Amore tossico?
Patriarcato, femminicidi e violenza sulle donne. Solo in Italia?
Sì
In Italia si parla molto di femminicidi e di violenza sulle donne: certo è un problema grosso, ma capire esattamente le cause di questo problema non è semplice. Colpa del "patriarcato"? Colpa dei siti internet pieni di violenza e pornografia? Colpa del ruolo della donna sempre più paritario rispetto a quello dell'uomo? O colpa semplicemente di un animalesco istinto aggressivo naturale dell'uomo?
Prima di tutto però conviene guardare a che succede nel resto d'Europa (anche per non pensare come al solito all'Italia come a un paese "speciale"). Anche se con un po' di diffidenza verso le statistiche, sembra che il numero di femminicidi (cioè di omicidi di donne "perché" donne) in rapporto alla popolazione siano questi:
Insomma, se questi dati sono veri, il femminicidio non sembra avere relazione con paesi più o meno tradizionalisti, più o meno conservatori o più o meno emancipati.
Quello che invece sorprende da una inchiesta giornalistica di novembre 2023 è la relazione fra i giovanissimi (non tutti, per fortuna!) e la possessività nel rapporto di coppia. Quello che ha scritto la giornalista Viola Giannoli sembra portarci indietro di cento o forse duecento anni. Facciamo qui un breve riassunto.
Su TikTok, il social dei più giovani, sono virali i video dove lei chiede a lui:
"Posso andare a ballare con le amiche?”
E lui: “No”.
O generosamente: “Forse, se mi chiedi il permesso”
“Ma tu ci vai”, dice lei.
“Io posso”, risponde lui.
Poi ci sono le immagini: i due si fanno una foto insieme ma lei deve mettere il sedere più in dentro, coprirlo, e lui ci mette davanti un bel soprammobile.
Nei video c'è sempre un lui che abbassa a lei l’orlo della gonna per coprire il ginocchio, che le alza la vita dei pantaloni per nascondere l’ombelico, che spiega come può o non può vestirsi, cosa può o non può fare, che fa l’offeso se lei ha scelto il vestito invece dei jeans.
E questo è TikTok.
Poi c’è il mondo fuori. Roma, liceo Mamiani, nel cuore della città. Dice il liceale Alessandro:
“Io non sono così, ma ne conosco tanti di ragazzi ossessionati dal vestiario delle fidanzate: controllano il telefono di continuo, aspettano le spunte blu di whatsapp sennò è una tragedia, guardano l’orario dell’ultimo accesso, scoprono i tradimenti in chat, vogliono vedere le foto, hanno account condivisi o si scambiano le password, così il controllo è costante, h24. E se qualcosa non va arrivano le crisi, gli insulti, le parole forti”.
Più avanti c’è Livia: “Non sono sorpresa. Ne conosco tanti, ma pure tante, che usano frasi come Tu sei mia, Tu non puoi: quante volte l’ha già sentita questa frase!“
Alessio non è d’accordo: “Non sono violento e certo non picchio la mia donna, però alla mia ragazza glielo chiedo dove vai? quando torni? con chi esci? mandami una foto di dove stai, che ti sei messa?. Mi sento protettivo, non possessivo”. E lei? “Eh, lei mi risponde sempre mi sembri mio padre”.
“Amore, violenza, controllo, possesso, non possono andare insieme”, dice invece Nicolas. “Non so come cancellare questa cultura, c’è tanto lavoro da fare, per tutte e per tutti, perché avere qualcuno geloso vicino per alcuni ragazzi è un vanto: c'è quello che ti dà la buonanotte a mezzanotte, ma se ti vede connessa alle 00.01 va fuori di testa!"
Chiara si lascia alle spalle la scuola e va verso la fermata del bus: “Con uno così non ci potrei mai stare, ho la testa sulle spalle, ma faccio quel che voglio, se non ti sta bene il problema è solo tuo”.
(La Repubblica, 22 novembre 2023, adattamento articolo di Viola Giannoli)
Manifestazione femminista Anni Settanta, Wikipedia, pubblico dominio
Nota dell'autore: non appartenendo alla generazione tik tok ho avuto difficoltà a credere che questo atteggiamento dei giovanissimi rispetto alla possessività in amore fosse "normale". Ho fatto perciò personalmente un piccolo sondaggio fra le persone più giovani che conosco. E mi hanno confermato che quanto è scritto nell'articolo corrisponde alla realtà. Non so quanto diffusa, ma certo realtà. Curiosità: sicuri che nelle vostre nazioni, cari lettori di Matdid, sia differente?