Gli articoli
Riepilogo generale
13 settembre 2024
da a1 a b2
Roberto Tartaglione
No
Articoli determinativi
Articoli indeterminativi
Regoline generali Quando non si usa l'articolo
Tra il determinativo e l'indeterminativo
Regoline generali
IL è l'articolo maschile singolare. Il plurale è I.
il bambino - i bambini il bicchiere - i bicchieri il problema - i problemi
Anche LO è articolo maschile singolare (plurale GLI), ma si usa davanti a parole che cominciano con
S+CONSONANTE (e sono molte le parole così: scapolo, sci, sfizio, sgarbo, slalom, smalto, snack, sposo, squalo, stupido, svago, swatch ecc.)
Z (non moltissime parole: zaino, zero, zio, zucchero ecc.)
PS (poche parole legate quasi tutte a "psiche": psicologo, psicanalista, psichiatra, psicodramma ecc.)
GN (poche parole. Due relativamente frequenti, gnomo e gnocco, altre piuttosto rare: gnorri, nell'espressione fare lo gnorri, gnu e qualche altra)
I + VOCALE, a volte scritta Y e a volte J (poche parole: iato, iodio, juventino/iuventino, yacht, yogurt ecc.)
X (praticamente solo xenofobo e xilofono)
PN (qualche parola legata alla radice "pneuma": pneumatico, pneumatorace, pneumatometro ecc.). Con le parole che iniziano con PN c'è una tendenza a usare comunque l'articolo IL e questa scelta è ammessa.
PT (in italiano solo alcune parole molto rare come pterodattilo cominciano con PT)
CH se si pronuncia alla francese, in parole come charme o champagne
Davanti a nomi maschili in vocale la forma dell'articolo è obbligatoriamente L' (plurale GLI)
lo studente - gli studenti lo sceriffo - gli sceriffi
lo zio - gli zii lo psicologo - gli psicologi lo gnocco - gli gnocchi lo xenofobo - gli xenofobi lo psichiatra - gli psichiatri lo pneumatico - gli pneumatici (anche il/i) lo pterodattilo - gli pterodattili
lo iodio lo iuventino - gli iuventini
lo champagne - gli champagne (pronuncia *sciampagne)
L' è articolo maschile e femminile che si usa davanti a sostantivi che cominciano con vocale (non i+vocale). Nel caso di nomi maschili la forma L' è obbligatoria (l'uomo), davanti ai femminili invece è consigliabile ma facoltativa (la amica / l'amica).
l'albero - gli alberi l'orologio - gli orologi l'idea - le idee l'uscita - le uscite
ma lo iugoslavo la iella
LA è articolo femminile singolare (plurale LE). Davanti a parole in vocale può essere apostrofato (L'). La forma LA è obbligatoria anche davanti a nomi femminili che cominciano con i+vocale.
la casa - le case la ragazza - le ragazze la idea /l'idea - le idee la iena - le iene
UN è articolo indeterminativo maschile. Si usa davanti a parole maschili anche quando cominciano con vocale (è diverso quindi dall'articolo IL che non si usa davanti a nomi maschili in vocale)
un libro
un orologio
un uomo
UNO è articolo indeterminativo maschile che si usa davanti a parole maschili in consonanti forti (consonante + consonante diversa da L o R): in particolare S+consonante, Z, PS, GN, X, i+vocale, PN e PT, le stesse che determinano l'uso dell'articolo LO.
uno sci uno stupido uno swatch uno yogurt uno pneumatico (ma anche un pneumatico)
UNA/UN' è articolo indeterminativo femminile. Davanti a parole in vocale si usa (anche se non obbligatoriamente) la forma UN'. Attenzione: UN' è esclusivamente femminile perché i nomi maschili in vocale usano l'articolo UN (senza apostrofo!). Quindi un insegnante è un maschio e un'insegnante è una femmina; un atleta è maschio e un'atleta è femmina. La forma UNA è obbligatoria davanti a nomi femminili che cominciano con i+vocale.
una festa una penna un'eccezione (una eccezione) un'idea (una idea) una iena una iella
ECCEZIONI Non seguono le regole elencate qui sopra le forme:
(il) dio / gli dei - il sostantivo dio al singolare non ha articolo (a meno che non sia specificato, il dio della guerra, il dio dei Vikinghi ecc.). Il plurale è gli dei, dall'antica forma oggi sparita gli iddei. Esiste comunque ancora oggi la forma singolare, sempre senza articolo, Iddio.
per lo più / per lo meno - le due espressioni si sono "cristallizzate" in questa forma con l'articolo LO che era l'unico articolo maschile disponibile in italiano antico.
Come abbiamo già accennato, davanti alle rarissime parole maschili che cominciano con PN e PT si usa l'articolo LO (plurale GLI) o l'indeterminativo UNO. Nella lingua parlata e informale oggi è tollerato anche l'articolo IL o l'indeterminativo UN. Sconsigliato è però usare queste forme nella lingua scritta o formale.
GLI ARTICOLI DAVANTI ALLE CONSONANTI H, W, J, Y
Davanti a parole che cominciano con H, W, J, Y, le regole dell'articolo non sono troppo diverse da quelle illustrate qui sopra, ma bisognerà fare attenzione più che alla scrittura delle parole alla loro pronuncia.
H
Le parole che cominciano con H sono nella maggior parte dei casi perfettamente integrate in italiano (habitat, hacker, hangar, happy end, harem, hashish, hippy, hobby, homo sapiens, horror, host, hostess, hot-dog, hotel) e si pronunciano senza aspirazione, cioè come se l'H non ci fosse (*abitat, *acker, *angar ecc.). In questi casi l'articolo è quello che si userebbe davanti a parole in vocale: l'harem, l'hashish, gli hobby, un hot dog ecc. In qualche caso però si tende a pronunciare "all'inglese", ovvero introducendo l'aspirazione. Questo vale in particolare per parole come holding, ma anche qualche volta anche per termini come home page, hub o house music. Se il termine è pronunciato con aspirazione allora non è possibile usare l'articolo L' ma dovremo usare LO e LA, a seconda del genere del nome. Quindi, se la pronuncia è aspirata, diremo LA home page, LA Holding, LO hub (ma senza aspirazione l'hub). Caso particolare il sostantivo humor che pretende l'articolo LO perché pronunciato *iumor (i+vocale).
l'horror - gli horror la hostess (l'hostess) - le hostess l'hot-dog - gli hot-dog un hippy - una hippy/un'hippy ma
la holding - le holding lo Hegel lo humor
W La W iniziale di parola in italiano può avere la pronuncia V o la pronuncia U. Si pronuncia V in parole come wafer, wagon-lit, walzer, würstel.
Si pronuncia U in parole come web, webcam, wi-fi, welfare.
In tutti e due i casi l'articolo è IL/UN (o LA/UNA nel caso di nomi femminili).
il walzer - i walzer la webcam - le webcam il weekend - i weekend il whisky - i whisky un webmaster - una webmaster
Nota: LO whisky è forma oggi insolita ma accettabile perché la parola è considerata con iniziale u+vocale.
J
La lettera J in italiano può rappresentare il normale suono di i + vocale (Jacopo) o anche un suono di G dolce (jet, jungla). A seconda della pronuncia avremo quindi la possibilità di usare l'articolo LO/LA/UNO/UNA (se il suono è di i + vocale) o l'articolo IL/LA/UN/UNA (se il suono è G).
Quando la lettera J rappresenta il suono I:
lo Jodler - gli Jodler lo jugoslavo - gli jugoslavi uno juventino - una juventina
Quando la lettera J rappresenta il suono G:
il jeans - i jeans il jingle - i jingle la joint venture - le joint venture un jet una jeep
In qualche caso la lettera J rappresenta anche un suono straniero (fricativa postalveolare sonora) che in francese è presente nella parola garage (pronunciato alla francese anche in italiano), in inglese è scritta come S nella parola occasion o pleasure, in dialetto toscano in parole come ragione o disagio: questa G nell'alfabeto fonetico internazionale è resa dal segno ʒ. Di solito gli italiani lo pronunciano come una normale G. Per esempio Jihadista è pronunciato spesso giadista. Ma qualche volta si rispetta la pronuncia originaria di fricativa (ʒiadista). In questo caso sono tollerabili entrambi gli articoli maschili:
IL jihadista (pronuncia giadista) LO jihadista (pronuncia di ʒiadista con G fricativa)
Un problema analogo può esserci con la parola gigolo. Il fatto che sia scritta con la G consente di dire il gigolo che è certamente la forma più usata. E nella maggior parte dei casi pronunciamo il gigolo, con la stessa G di giorno o ginestra. Ma qualche volta, specialmente se usiamo questa parola senza articolo, la pronunciamo "alla francese", cioè con la G fricativa: ʒigolo. Ora, a voler essere pignoli, se usassimo l'articolo davanti a gigolo con pronuncia "alla francese" la forma "teoricamente" corretta sarebbe lo ʒigolo, plurale gli ʒigolo. Ma queste sono riflessioni da linguisti forse un po' maniacali.
Y La lettera Y rappresenta sempre una i semivocale, ovvero una i+vocale. L'articolo è quindi LO/UNO davanti a nomi maschili e LA/UNA davanti a nomi femminili.
lo/yen - gli yen uno yeti la yogurtiera - le yogurtiere uno/una yemenita uno/una yuppie
Davanti alle sigle valgono in sostanza le stesse regole elencate qui sopra. Bisogna solo dare attenzione a come la sigla viene pronunciata, cioè se la esprimiamo come un'unica parola (per esempio FIAT si pronuncia fiat come un normale sostantivo di quattro lettere) o se viene espressa pronunciando singolarmente le singole lettere che la compongono (per esempio KGB lo pronunciamo *kappagibì). In sostanza: se la sigla comincia con vocale l'articolo è sempre L' quando è maschile oppure L'/LA quando è femminile (l'IBAN, l'/la ONLUS). Se comincia per consonante si seguono le normali regole sull'uso dell'articolo tenendo conto della nostra pronuncia: lo SPID (si pronuncia spid, normale parola maschile in S+consonante); l'sms (si pronuncia *esseemmeesse e perciò è un normale nome maschile in vocale). Quindi:
l'Ansa l'Eni l'Iva l'Onu l'Url (la Url) La Nato Il Pil
ma
l'FBI (pronuncia *effebiai) l'Hiv (pronuncia *accaivu) il Tfr (pronuncia *tieffeerre)
Quando non si usa l'articolo
Non si usa l'articolo:
Davanti ai nomi dei mesi (a meno che il mese non sia determinato da qualche specificazione). Quindi:
agosto di solito è un mese caldissimo io sono nato in settembre la rivoluzione di ottobre
ma il Maggio Francese è famoso nella storia il gennaio del 1956 a Roma è stato particolarmente freddo
Davanti ai nomi dei giorni se intendiamo un determinato giorno prossimo venturo. Se usiamo l'articolo determinativo davanti al nome di un giorno questo prende il senso di "ogni". Quindi
lunedì prossimo è festa oggi è mercoledì giovedì 19 gennaio
ma
il venerdì si mangia pesce la domenica non lavoro e anche un sabato sera usciamo insieme (uno qualunque) possiamo vederci una domenica (una qualunque)
Davanti ai possessivi singolari (escluso loro) + nome di familiare, ufficiale (non affettivo), non alterato e singolare. Quindi:
mio fratello tua sorella suo nonno nostra madre ma il loro cugino la sua ex-moglie i vostri fratelli il mio fidanzato la tua madrina
Con i possessivi c'è poi una lunga lista di espressioni in cui non si usa l'articolo. Fra queste:
affari tuoi
a loro rischio
a mia insaputa
a sua immagine e somiglianza
a suo carico
a tuo favore
a vostro agio
a nostra disposizione
bontà sua
casa mia
colpa sua
con parole tue
di mia spontanea volontà
di vostro gradimento
per nostra sfortuna
Davanti a nomi di città (a meno che l'articolo non sia incluso nel nome stesso come nel caso di El Paso, L'Aquila, L'Avana, La Mecca, Los Angeles, Il Pireo, La Spezia, La Valletta). Si usa invece l'articolo se il nome di città è caratterizzato da qualche determinazione (La Roma barocca). Nomi di città che rappresentano squadre di calcio hanno l'articolo. Quindi:
Roma è bella Palermo è in Sicilia vado a Milano
ma Il Cairo è in Egitto L'Aia è la capitale dell'Olanda e anche: la Vienna degli Asburgo la Firenze rinascimentale l'antica Roma
e ancora
la Roma ha vinto il campionato di calcio il Torino è andato in serie B
I nomi di nazione hanno di norma l'articolo (l'Italia, L'Argentina, la Norvegia). Non ha articolo solo Israele e non hanno articolo alcune nazioni che sono in realtà stati insulari o piccole "città Stato" (Capo Verde, Cipro, Cuba, Formosa/Taiwan, Grenada, Malta, Haiti, Monaco, Panama, San Marino, Santa Lucia, Santo Domingo, Timor Est). Del resto mentre si dice IN Israele, per queste nazioni si usa la preposizione A (la stessa che si usa davanti a nomi di città): a Cuba, a San Marino, a Taiwan. Le nazioni hanno dunque l'articolo, ma lo perdono dopo la preposizione IN: in Giappone, in Albania, in Russia. Resta però quando il nome dello stato è plurale: negli Stati Uniti, nelle Filippine, negli Emirati Arabi. Se il nome dello stato è preceduto da DI (molto spesso per indicarne il re) perde l'articolo ma solo in determinati contesti. Per esempio:
Cristina di Svezia Francesco Giuseppe imperatore d'Austria il re di Francia
la regina d'Inghilterra
il re d'Italia
il re di Spagna
Il regno d'Italia
la campagna di Russia (dopo "campagna di" intesa militarmente in generale non c'è articolo)
la capitale d'Italia
le piramidi d'Egitto
l'Impero d'Etiopia
Margherita di Danimarca
re Hakoon di Norvegia
un fico d'India
ma
il re del Belgio
il re del Marocco
Il regno del Portogallo
la capitale della Germania
le piramidi precolombiane del Messico
Possiamo solo ipotizzare il perché di queste differenze: stati come la Francia, l'Inghilterra o la Spagna sono famosi e soprattutto tradizionalmente importanti nella storia d'Italia. Non c'è bisogno di un articolo che, in questi contesti, in qualche modo li indichi, che ci dica "proprio quella Francia!". Lo stesso vale per Etiopia, antica colonia italiana o per le celebri piramidi d'Egitto. Meno noti per gli italiani sono stati come il Marocco o il Messico per i quali si è consolidata la forma con articolo, quasi per aiutare a capire che si tratta proprio di quella nazione. Ma dobbiamo anche dire che l'espressione "Re Hussein di Giordania" contraddice un po' questa ipotesi.
Niente articolo davanti a numerosi nomi di isole. Impossibile dare una regola precisa: di solito si dice che non c'è articolo davanti a nome di "isole piccole", ma c'è davanti a nomi di "isole grandi". A volte si dice pure che "non c'è articolo davanti a nomi di isole grandi ma esotiche". Tuttavia (a parte il fatto che è difficile conoscere la superficie di tutte le isole del mondo o valutarne "l'esoticità") è improbabile che la norma grammaticale si sia formata su dimensioni geografiche o percezioni turistiche che sono comunque soggettive. E del resto ci sono evidentemente molte eccezioni a questa "regoletta" . Quindi è forse meglio dire che la maggior parte delle isole non ha articolo. E per quanto riguarda l'Italia certamente un gran numero di nostre isolette non ha articolo: Burano, Caprera, Capri, Favignana, Ischia, Lampedusa, Montecristo, Murano, Pantelleria, Procida, Ventotene, Vulcano, Ustica. Ma hanno l'articolo (oltre a la Sicilia e la Sardegna che sono anche regioni) anche queste che non sono certo molto grandi:
l'Asinara: 52 km²
l'Elba: 224 km²
il Giglio: 23,8 km²
la Giudecca: 0,59 km²
la Maddalena: 20,1 km²
Per quanto riguarda isole estere possiamo vedere che non hanno l'articolo anche isole grandine come Cuba, Giava o Sumatra (tutte esotiche?), per esempio:
Bali: 5.780 km²
Bora Bora: 30 km²
Corfù: 593 km²
Creta: 8.336 km²
Cuba: 109.884 km²
Giamaica: 10.991 km²
Giava: 128.297 km²
Hispaniola: 76.192 km²
Ibiza: 572 km²
Long Island: 3.629 km²
Maiorca: 3.640 km²
Manhattan: 59,1 km²
Minorca: 696 km²
Mykonos: 105,2 km²
Okinawa: 1.206 km²
Puerto Rico: 9.104 km²
Rodi: 1.401 km²
Santorini: 76,19 km²
Sumatra: 473.481 km²
Tahiti: 1.045 km²
Taiwan/Formosa: 36.197 km²
Tenerife: 2.034 km²
Hanno invece l'articolo:
il Borneo: 743.330 km²
la Corsica: 8.722 km²
la Sicilia: 25.711 km²
la Sardegna: 24.090 km²
lo Sri Lanka: 65.610 km²
la Tasmania: 68.401 km²
Hanno sempre l'articolo infine le isole il cui nome comprende la parola "isola" e tutti i nomi plurali (arcipelaghi):
Con il nome "isola"
l'Isola del Tino
l'Isola di Dino
l'Isola di Cirella l'Isola di Grado
l'Isola di Barbana
l'Isola di Man
l'Isola di Pasqua
arcipelaghi italiani
le Egadi le Eolie le Tremiti
arcipelaghi non italiani
le Azzorre le Canarie
le Figi le Maldive le Seychelles
le Svalbar
Davanti a un odonimo, ovvero il nome proprio assegnato a una via, a una piazza o a ogni spazio (piazza, piazzale, via, viale, vicolo, largo o simili) del suolo pubblico non si usa l'articolo. Quindi:
Corso Vittorio Emanuele Largo Ricci
Piazza De Ferrari Piazzale Labicano Piazzetta San Marco Via Prè
Viale Garibaldi Vico Paradisiello Vicolo del Cinque
Ma a Venezia anche Calle Foscarini Campo Santo Stefano Campiello Barbaro Rio terà San Vio Ruga Rialto Salizada San Cancian
e altrove
Androna Santa Tecla (Trieste) Belvedere Cederna (Roma) Crosa dei Morchi (Genova) Calata della Rocca (Civitavecchia) Fondaco Perrone (Napoli) Piaggia della Torre (Perugia) Rigaste San Zeno (Verona) Pendino Santa Barbara (Napoli)
Strada Maggiore (Bologna)
Con ville e palazzi non c'è di solito un articolo se il termine villa e palazzo è seguito direttamente da un nome e non da una specificazione introdotta da DI. Quindi:
Villa Aldobrandini
Villa Borghese
Villa Celimontana
Villa Doria Pamphili
Villa Giulia
Villa Medici
Palazzo Barberini Palazzo Chigi Palazzo Colonna Palazzo Madama Palazzo Pitti
ma la Villa dei Misteri la Villa dei Quintili la Villa dei Sette Bassi il Palazzo della Cancelleria il Palazzo del Laterano il Palazzo del Quirinale
Con la parola Castello seguita dal nome possiamo dire che nella maggior parte dei casi si usa l'articolo. Ci sono però anche casi in cui l'articolo è assente, in particolare se il nome ufficiale si è consolidato come "Castel" e non "Castello":
Castel dell'Ovo Castel del Monte
Castel Sant'Angelo
ma
il Castello Aragonese il Castello Sforzesco il Warwick Castle (Il Castello Warwick)
Nessun articolo davanti a nomi di persona (escluso che in alcune parlate regionali del nord Italia). Usano l'articolo anche i soprannomi.
Luca parla bene inglese ieri ho incontrato Maria
ma, per esempio in Lombardia
il Carlo e la Luisa si sono sposati il Roberto si è trasferito in Germania o nei soprannomi il Guercino il Sodoma
Davanti ad alcuni titoli (come don, donna, re, fra, padre, madre, papa) seguiti da nome di persona non c'è articolo. Quindi:
Compare Turiddu e comare Santuzza Donna Letizia Don Vito Fra Cristoforo, frate Giuseppe, fratel Dolcino Lady Diana Lord Byron Madama Butterfly Mastro Geppetto Messer Giovanni Boccaccio Monna/Madonna Lisa Monsignor Paglia Padre Pio e madre Teresa Papa Francesco (ma anche il Papa Francesco) Re Carlo Sant'Antonio e Santa Rita Sir Lancillotto, Ser Ciappelletto Suor Germana
e anche con "titoli di parentela" (con alcune differenze regionali)
mamma Anna, papà Adriano
nonno Umberto, nonna Maria
zio Nicola, zia Stella
Davanti ai cognomi. In passato si era soliti usare l'articolo davanti a cognomi riferiti a donne (la Merkel, la Montalcini, la Bellucci) e non davanti a cognomi riferiti a uomini (Obama, Einstein, Mastroianni). Oggi questa differenza (pur sostenuta dal linguista Luca Serianni) è ritenuta sessista e si preferisce non usare l'articolo in generale davanti a tutti i cognomi. Si mantiene, ma è ormai rara, l'abitudine di usare l'articolo davanti a nomi di personaggi illustri del passato, specie autori letterari o grandi artisti (Il Leopardi, il Manzoni, il Botticelli). Resta però la tradizione scolastica di mettere (più o meno scherzosamente) l'articolo davanti al cognome di un professore (il Tartaglione, La Petrolati). Si usa l'articolo plurale davanti a cognomi quando vogliamo indicare più persone della stessa famiglia (i Borboni). Quindi:
Von der Leyen è stata Presidente della Commissione Europea per molti anni (ma anche la Von der Leyen)
Meloni è la prima presidente del consiglio donna in Italia (ma anche la Meloni)
Mussolini è oggi nel Parlamento italiano (meglio LA Mussolini se parliamo di Alessandra Mussolini e non del nonno Benito; ancora meglio dire Alessandra Mussolini e aggirare così l'accusa di sessismo) e anche il Petrarca visse nel Trecento gli Scipioni sono una grande famiglia dell'antica Roma
Davanti a nomi di marchi o brand nazionali e internazionali è impossibile dare una regola generale che riassuma la questione-articolo. Ognuno ha la sua storia e qui possiamo solo dire che un certo numero di marchi non usa in sostanza mai l'articolo. Fra i più importanti:
Amazon
Armani
Benetton
Brico
Calzedonia
Carrefour
Decathlon
Dolce & Gabbana
Edison
Euronics
Fastweb
Gucci
H&M
Huawei
Illy
Intimissimi
Italo
Jeep Leroy Merlin
Mediaset
MediaWorld
Mondoconvenienza
Mutti
Poltronesofà
Prada
Sky
Trenitalia
Unieuro
Versace
Zara
Per moltissimi altri marchi l'uso dell'articolo è più frequente anche se in molti contesti può essere evitato (Adidas, Alitalia, Apple, Barilla, De Cecco, Ferrero, Ikea, Mondadori, Nike, Opel, Panasonic, Parmalat, Samsung, Vodafone, Vueling ecc.):
De Cecco produce un'ottima pasta / La De Cecco produce un'ottima pasta Vueling è una compagnia low cost / La Vueling è una compagnia low cost
Usa sempre l'articolo la RAI (anche se si è diffusa la formula "lavorare in RAI"). Unica certezza è L'Oréal che contiene l'articolo nel suo marchio. Nota: in qualche caso col nome senza articolo si intende la casa produttrice, col nome con articolo il prodotto: Campari è un'industria, il Campari è una bevanda.
Non c'è di solito l'articolo davanti a numerose festività nazionali o comunque tradizionalmente importanti (Natale, Capodanno, Carnevale, Pasqua, Pasquetta, Ferragosto), non c'è mai davanti a Ognissanti e Halloween e con le feste indicate dal nome di un santo (Santo Stefano, San Valentino, San Giuseppe); c'è articolo invece con l'Epifania, con la Liberazione e con l'Immacolata o l'Immacolata Concezione. C'è sempre l'articolo nelle espressioni che cominciano con "festa di..." (la festa della Repubblica, la festa del Lavoro, la festa della mamma) e con feste indicate da una data (il Primo Maggio, il 2 giugno, il 25 aprile e anche il Lunedì dell'Angelo).
a Ferragosto sarò al mare
il 25 dicembre è Natale Ognissanti oggi è sostituito da Halloween ma il Primo Maggio è la Festa del Lavoro l'Epifania è il 6 gennaio l'8 dicembre si festeggia l'Immacolata Concezione
Spesso non si usa l'articolo davanti a sostantivi all'inizio di proverbi, di titoli di film o di romanzi, insegne e titoli di giornale. Quindi:
cielo a pecorelle acqua a catinelle
gallina vecchia fa buon brodo piatto ricco mi ci ficco e anche
Amore e Ginnastica
Bersaglio Mobile
Gruppo di famiglia in un interno Vini e oli
Si può non usare l'articolo in enumerazioni di nomi o anche in coppie di nomi con valore "antitetico" (padri e figli). Quindi:
un film per tutti, uomini, donne, bambini, giovani e vecchi al supermercato ho comprato formaggio, salame, pane e vino Vandali, Alani e Svevi invadono l'Impero Romano fratello e sorella non sempre vanno d'accordo
L'articolo inoltre non c'è:
dopo la preposizione DI in espressioni di tipo partitivo che indicano una quantità specifica di qualcosa.
un chilo di pane
un bicchiere di vino
una scatola di dolci
Come in altri casi già indicati l'articolo torna se il nome è specificato:
un chilo del pane che ho comprato oggi un bicchiere del vino di mia produzione la scatola dei dolci che ha fatto la nonna
Nel complemento di materia dopo preposizione DI. Quindi:
una bottiglia di plastica
un orologio d'oro
un tavolo di legno
In molti complementi "di modo" o "di strumento". Quindi:
andare a cavallo
bere di gusto
comportarsi da persona seria
parlare con calma
viaggiare in macchina
e in una serie di locuzioni avverbiali:
a volontà
di fretta
in conclusione
per piacere
senza dubbio
In espressioni finali con preposizione DA, quelle che spesso corrispondono in lingue straniere a nomi composti. Quindi:
biglietto da visita
camera da letto macchina da corsa
occhiali da sole
scarpe da ginnastica
In una serie di locuzioni verbali dove verbo+nome assumono un significato particolare. Quindi:
avere fame, avere sete, avere sonno
cercare casa fare colazione
perdere tempo
prendere gusto serbare rancore
Infine un'occhiata all'uso di mezzo/mezza o di tutto/tutta.
Mezzo/mezza rifiuta sempre l'articolo, qualunque sia il nome che segue. Quindi:
Mezza Francia (anche se la Francia di solito ha articolo) Mezza antica Roma (anche se l'antica Roma ha l'articolo) Mezza Sardegna (anche se la Sardegna ha l'articolo) Mezza Elba (anche se l'Elba ha articolo) Mezze Canarie (anche se le Canarie hanno l'articolo) Mezza Villa dei Quintili (anche se la Villa dei Quintili ha articolo) Mezzo Palazzo del Quirinale (anche se il Palazzo del Quirinale ha articolo) Mezzo Castello Sforzesco (anche se il Castello Sforzesco a articolo) e anche mezzo morto una mezza idea mezzo mese
Diverso è il discorso per tutto/tutta. Tutto/tutta richiede l'uso dell'articolo (determinativo e indeterminativo) fra tutto e il nome: tutta la città, tutto il pubblico, tutta un'altra storia. L'articolo manca solo in alcune locuzioni spesso enfatiche come tutto fumo niente arrosto; tutta vita, tutta esperienza; sono tutt'orecchi; tutta scena.
Se il sostantivo non usa articolo (come nei casi indicati sopra) allora tutto si adegua alla regola del nome per cui si dirà:
tutta Roma (ma tutta la Roma barocca) tutto maggio (ma tutto il Maggio francese) tutta Corfù (ma tutta la Giudecca)
tutta Villa Giulia (ma tutta la Villa dei Misteri) tutto Palazzo Pitti (ma tutto il Palazzo della Cancelleria) tutto Castel Sant'Angelo (ma tutto il Castello Aragonese)
fanno eccezione tutta Italia (ma tutta la Francia, tutta la Germania) tutta Europa (ma tutta l'Asia, tutta l'America)
Tra determinativo e indeterminativo
La differenza tra l'uso di un articolo determinativo e di un indeterminativo non è per niente facile da illustrare. La formula più schematica per descriverla è forse quella del Renzi (1976) che la lega a due meccanismi:
opposizione classe/membro
opposizione noto/nuovo
IL indica la classe, la specie: la penna serve per scrivere si riferisce a penna come classe, in qualche modo a tutte le penne. Ho bisogno di una penna significa invece che ho bisogno di un qualunque strumento che appartenga alla "classe" penna. Quando dico l'uomo mi riferisco al "genere umano", quando dico un uomo mi riferisco a una singola persona. Naturalmente la differenza in qualche caso è sottilissima: l'uomo deve amare i suoi simili / un uomo deve amare i suoi simili sono frasi sostanzialmente uguali. Nel primo caso parlo dell'uomo come specie, nel secondo di ciascun uomo che appartenga a quella specie. L'opposizione noto/nuovo si vede invece in questa coppia di esempi: questi sono i criminali che hanno fatto la rapina / questi sono criminali che hanno fatto una rapina. Nel primo caso parliamo di criminali noti e di una rapina nota, che magari è su tutti i giornali di oggi; nel secondo caso dico solo che certi criminali sono rapinatori e hanno commesso un determinato reato di cui il mio interlocutore forse non è nemmeno informato.
Per questo l'articolo determinativo è per esempio obbligatorio in frasi superlative come IL più bello, IL più grande di tutti, IL più piccolo fra i bambini della sua classe dove è necessario sottolineare l'unicità del soggetto.
Anche l'opposizione noto/nuovo, tuttavia, può essere molto sottile: prendo l'insalata e una bistecca / prendo un'insalata e la bistecca /prendo l'insalata e la bistecca / prendo un'insalata e una bistecca sono tutte frasi molto simili fra loro con significato sostanzialmente identico. Allo stesso modo diciamo lavo le mani, prendo il cappotto, lascio l'ombrello a casa ecc.: si tratta di oggetti non necessariamente "noti" all'interlocutore, ma tuttavia la loro "notorietà" consiste nel fatto che è evidente si tratti delle "mie" mani, del "mio" cappotto, del "mio" ombrello. Sempre col determinativo sono i "nomi di massa": l'acqua, il vino, il pane ecc.
L'articolo indeterminativo invece in italiano antico quasi non esisteva: l'opposizione era il libro<>libro. Solo progressivamente il numerale latino unus (che in latino significava uno solo) ha cominciato a svolgere questa funzione. In italiano moderno questa caratteristica si mantiene pienamente nel plurale: il plurale di un libro infatti può essere dei libri, certi libri, alcuni libri, qualche libro, ma anche, semplicemente libri.
Un valore specifico dell'indeterminativo, assolutamente assente nel determinativo, è quello di significare approssimazione di un numerale:
Mi ha telefonato un due ore fa Sono ingrassato di un tre o quattro chili La banca non è più lontano di un duecento metri
L'articolo indeterminativo può poi anche avere valore "intensivo":
Ho un sonno...!
Ho addosso una stanchezza che dormirei una settimana!
Note: 1) Nella lingua scritta l'articolo GLI si può trovare apostrofato davanti a parole che cominciano con i (gl'italiani). Quest'uso però è stato abbandonato da tempo e suona un po' arcaico.
2) Negli ultimi anni si diffonde l'abitudine nel parlato di eliminare l'articolo nelle espressioni la settimana scorsa, la settimana prossima (*settimana scorsa, *settimana prossima"), forse su modello di espressioni come sabato scorso, sabato prossimo. Quest'uso non è ammesso dalla grammatica e, per il momento, va certamente sconsigliato. 3) L'articolo permette a qualunque parte del discorso di trasformarsi in sostantivo (il difficile, il dovere, il perché ecc.) 4) L'articolo c'è sempre, anche davanti a nomi di persona, città, palazzi o ville, se questi sono preceduti da aggettivo: il buon Paolo, la bella Venezia, l'antica Villa dei Quintili ecc.
Cenni bibliografici
Silverio Novelli, Tommaso Marani e Roberto Tartaglione, Italiano Bene Comune, Laterza, Bari, 2021
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