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Feste e Trionfi a Roma

La città come palcoscenico

1 giugno 2014

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Giulia Grassi

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I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

Video della conferenza tenuta da Giulia Grassi alla Scuola d'Italiano di Oslo nel dicembre del 2002: "La città come palcoscenico: feste e trionfi a Roma tra il XV e il XIII secolo" (prima parte: gli apparati effimeri)



(testo)

Parte I°- Introduzione- Gli apparati effimeri


L’argomento di questa conferenza è apparentemente un argomento frivolo, leggero, perché riguarda le feste celebrate a Roma tra il XV al XVIII secolo, vale a dire dal Rinascimento fino all’Illuminismo.

Per più di quattro secoli Roma è stata la città delle feste. Che cosa significa? Significa che ogni avvenimento, di qualunque tipo, sia religioso sia profano o laico, era un pretesto per organizzare un corteo, una celebrazione una mascherata e per costruire degli apparati effimeri. Che cosa significa questa parola, una parola importante: “apparato effimero” significa una costruzione realizzata in legno, in stucco e in carta,  cartapesta, a grandezza naturale che veniva utilizzata solo per il breve tempo della festa e poi veniva distrutta, e poi veniva buttata via. Effimero quindi significa una cosa che non dura, che è destinata a finire. Gli apparati effimeri facevano parte di queste feste.

Io vi ho detto “ogni avvenimento era buono per organizzare una festa”, per esempio una processione, quindi un evento religioso: qui abbiamo un quadro che rappresenta la processione della Santissima Annunziata nella chiesa di S. Maria sopra Minerva nel 1650 e, vedete?, davanti alla chiesa è stato costruito un grande apparato effimero destinato poi ad essere distrutto, ad essere buttato via alla fine della processione.

Altro pretesto erano i fatti legati a un papa, a un pontefice, quando il papa veniva eletto o quando il papa moriva. Questo che voi vedete è un catafalco, vale a dire una grande macchina, sempre in legno, in stucco e in cartapesta, costruita dentro una chiesa (questa è la chiesa di Santa Maria Maggiore) per la morte di Papa Paolo V agli inizi del Seicento. L’inventore di questo è stato Gianlorenzo Bernini, uno dei grandi protagonisti delle feste. Era celebrata in maniera molto festosa anche la morte, il funerale, quindi, di re, di nobili.Questo che noi vediamo è un quadro del 1735 che rappresenta le celebrazioni per il funerale di Maria Sobieski Stuart dentro la chiesa dei SS. Apostoli. Qui abbiamo la chiesa dei SS. Apostoli come appare normalmente e qui invece come appariva nell’allestimento per il funerale di questa nobile di origine polacca: lo vedete, con addobbi di vario tipo, tutto destinato ad essere buttato via dopo il funerale.

Ancora altri episodi che erano un pretesto, diciamo, per organizzare delle feste: per esempio l’arrivo di un ambasciatore straniero con un grande corteo che attraversava tutta quanta la città, o anche, naturalmente, il Carnevale che era una delle feste più sentite a Roma.

Perché queste feste? Qual è la ragione, diciamo, di queste feste? I motivi sono soprattutto motivi di propaganda politica.

Le feste venivano finanziate dal Papa, per esempio, dalle grandi famiglie nobili romane, ma anche dagli stati stranieri, dal re di Francia, dal re di Spagna. Era un modo per dimostrare il potere, la ricchezza a tutto quanto il mondo.E perché proprio a Roma? Feste si facevano dappertutto, a Firenza, a Venezia, a Parigi, ma le feste romane sono speciali, Roma è veramente la capitale delle feste. Perché? Perché a Roma le feste avevano poi una risonanza particolare, le feste erano riprodotte sui quadri, erano descritte nei libri, questi quadri e questi libri facevano il giro del mondo e, quindi, tutto quello che succedeva a Roma dopo era conosciuto in tutto quanto il mondo. Perciò anche se Roma era una città piccola, aveva soltanto 80 mila abitanti, 100 mila abitanti, era una piccola città, in realtà diventava il centro dell’universo.

Ora, io vi ho detto “feste dal XV al XVIII secolo”, quindi feste del ‘400, del ‘500, del ‘600, del ‘700, però sicuramente il secolo nel quale ci sono state le feste più grandi è stato il 1600, il secolo del Barocco cioè, perché l’arte barocca è l’arte della meraviglia, della ricchezza, dello stupore e, quindi, le feste barocche sono in assoluto le feste “più meravigliose” che siano mai state realizzate.

Questa è piazza Navona che è uno dei luoghi dove si svolgevano le feste; questo è un grande affresco dentro una chiesa, la chiesa del Gesù, una chiesa nella quale si facevano molte feste, anche se sembra strano. La festa, come l’arte barocca, ha lo scopo di dimostrare la grandezza del Papato, della Chiesa Cattolica soprattutto contro il mondo protestante, contro i Luterani, contro i Calvinisti, dimostrare che Roma veramente era il centro del potere politico e religioso.Chi faceva la regia di queste feste? I più grandi artisti del momento, i più grandi scultori, i più grandi architetti e i più grandi pittori erano anche i registi di queste feste: Bernini, Carlo Rainaldi, Pietro Da Cortona, Ghezzi... poi vedremo che cosa hanno inventato... e oltre a loro, naturalmente, tanti artigiani che contribuivano a creare queste feste.

Noi ci serviremo, per ricostruire appunto queste feste, di quadri e di disegni: oltre ai quadri e oltre ai disegni, un’idea di queste celebrazioni ce la dà Roma, la stessa Roma. Perché? Perché le feste erano il pretesto per immaginare delle opere d’arte definitive. Mi spiego: questo, per esempio, è il baldacchino in bronzo fatto da Gianlorenzo Bernini dentro la basilica di S. Pietro; è un’opera d’arte duratura, cioè che dura nel tempo, eterna. Allora sicuramente Bernini prima di costruire il baldacchino di S.Pietro ha fatto un serie di esperimenti a grandezza naturale costruendo gli apparati effimeri. Questo qui è un catafalco ideato da Bernini per Carlo Barberini, per il funerale di Carlo Barberini. Allora: questo è un aspetto molto importante. Le feste offrivano la possibilità agli artisti di sperimentare negli apparati effimeri, delle grandi sculture o delle grandi architetture che poi venivano trasformate in opere definitive. Vi faccio vedere adesso il baldacchino in bronzo ma - poi vedrete nel corso della conferenza - tante opere d’arte di Roma sono la conseguenza di questi apparati effimeri. Un ultimo aspetto che è un aspetto proprio culturale della festa: noi siamo abituati ad unire all’arte l’idea di durata. L’opera d’arte è una cosa che dura nel tempo, è una cosa eterna. Ora, le opere effimere invece sono esattamente l’opposto: quindi grandi artisti lavorano, magari per molti mesi, per creare delle opere destinate a finire. La festa è il trionfo dello spreco. Sprecare significa buttare, va bene? E più si vede che un’opera ha comportato tanto lavoro e tanto denaro e più la festa è riuscita, più viene fuori il potere e la ricchezza di chi ha organizzato quella festa.

Ora, naturalmente, le feste a Roma in più di 4 secoli sono state tantissime e quindi è difficile far vedere tutto. Quindi io ho fatto una selezione, naturalmente. Vedremo soltanto alcune cose. Vedremo prima una cerimonia particolare che è la cerimonia del possesso: è una cerimonia religiosa, spiegheremo che cosa è.

Poi faremo i luoghi della festa, cioè le grandi piazze nelle quali si svolgevano le celebrazioni, nelle quali si svolgevano le manifestazioni e quindi avremo modo di vedere le grandi piazze della città.

 

Per saperne di più

• La Festa a Roma dal Rinascimento al 1870, Catalogo della Mostra, Roma, Palazzo Venezia (23 maggio - 15 settembre 1997), a cura di M. Fagiolo, Torino 1997, I-II

• Roma splendidissima e magnifica: luoghi dello spettacolo a Roma dall'umanesimo ad oggi, Catalogo della mostra, Roma, Acquario Romano (24 settembre 1997 – 20 gennaio 1998), a cura di N. Cardano, Milano 1997


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