La frase scissa
Un tipo di costruzione della frase assai usato in italiano
Sì
Cinque note grammaticali sulle frasi scisse
NOTA 1
In italiano la costruzione della frase più "normale" è quella fatta da soggetto + verbo + complemento, per esempio:
Tu ami lo sport
Questa frase si definisce non-marcata: è cioè un'affermazione, una dichiarazione senza particolare enfasi, senza una intonazione speciale.
Ora immaginiamo che un nostro amico sportivo ci inviti a fare un giro in bicicletta di 50 chilometri. Forse pensa che anche noi siamo sportivi, ma sbaglia perché noi siamo pigrissimi! Allora per rifiutare la sua proposta abbiamo molte possibilità. Una di queste possibilità sarebbe quella di dire:
Tu ami lo sport, io no
Una risposta così, senza partecipazione emotiva, sarebbe un'affermazione però... un po' antipatica, non trovate? Insomma risponderemmo così solo se questo amico fosse troppo fastidioso e insistente.
Più normale invece rispondere con una frase scissa cioè una frase che isola la cosa che vogliamo evidenziare (tu!) e che minimizza il resto. Diremo così:
Sei tu che ami lo sport!
Naturalmente in una frase così è molto importante l'intonazione. Sulla parola tu il tono deve essere ascendente, cioè in salita, tipo quello che usiamo nelle frasi interrogative. Perciò
La frase scissa quindi è una frase doppia: la prima parte ha il verbo essere + l'elemento evidenziato, la parola su cui vogliamo mettere il focus. La seconda parte è introdotta da che + verbo.
Con qualche esempio:
Maria mangia troppo (frase semplice non marcata)
È Maria che mangia troppo (frase marcata con focus su Maria)
Io ho ragione (frase semplice, affermazione)
Sono io che ho ragione! (frase scissa, con focus su io, con forte valore contrastivo, come dire: io ho ragione, non tu!)
NOTA 2
Naturalmente la frase scissa può anche essere negativa, introdotta cioè da non + verbo essere.
Un esempio di questo tipo?
Tu non hai fatto errori (frase standard)
Non sei tu che hai fatto errori (frase scissa che vuol dire: sono gli altri che hanno sbagliato!)
NOTA 3
Finora negli esercizi abbiamo creato frasi scisse mettendo il focus, l'accento, sul soggetto della frase di partenza. Ma possiamo costruire frasi scisse anche mettendo il focus su elementi diversi dal soggetto. Qualche esempio?
Sto a casa volentieri (frase affermativa)
È a casa che sto volentieri (focus su a casa: come dire che sto volentieri a casa e non certo al bar!)
Se invece volevamo il focus sul soggetto avremmo potuto dire:
Sono io che sto a casa volentieri (io, non mio figlio!)
Con la macchina arrivo al lavoro in venti minuti (affermazione)
È con la macchina che arrivo al lavoro in venti minuti! (con l'autobus ci metto un'ora!)
NOTA 4
La seconda parte della frase scissa, che finora abbiamo costruito con che + verbo, può anche essere implicita, essere cioè costruita con a + infinito verbale.
Qualche esempio?
Io vado al lavoro in tram.
Sono io che vado al lavoro in tram (costruzione esplicita)
Sono io a andare al lavoro in tram! (costruzione implicita)
Tu lavori tutto il giorno
Sei tu che lavori tutto il giorno (costruzione esplicita)
Sei tu a lavorare tutto il giorno (costruzione implicita)
Naturalmente la costruzione implicita è possibile se il soggetto del verbo è lo stesso elemento messo a fuoco nella prima parte della frase scissa. Cioè:
Sono io a andare al lavoro in tram (il soggetto di andare è io)
Se nella frase scissa l'elemento a fuoco è un elemento diverso dal soggetto allora la costruzione con che + verbo coniugato è obbligatoria:
Lui la ha sposata per interesse
È per interesse che l'ha sposata (non è possibile usare a+infinito perché per interesse non è soggetto di sposare)
NOTA 5
Le frasi scisse sono usatissime in italiano parlato e anche nello scritto si trovano spesso. Gli stranieri di solito le usano poco, un po' perché usare la costruzione standard soggetto + verbo + oggetto è più facile, un po' perché nei corsi di lingua questo argomento non è molto trattato.
Del resto le frasi scisse non sono solo quello che abbiamo detto qui. Ci sono altre cose da vedere: per ora vi diciamo solo di non dimenticare che le interrogative possono essere introdotte non solo dai soliti interrogativi (chi? come? dove? quando? cosa?) ma anche da chi è che? com'è che? dov'è che? quand'è che? cos'è che?:
Chi è che è venuto alla festa?
Com'è che ti chiami?
Dov'è che sei andato quest'estate?
Quand'è che ci incontriamo?
Cos'è che volevi dirmi?
Sentite la differenza rispetto alle frasi introdotte da interrogativo semplice? No? Vabbé, capiterà l'occasione di parlarne.
Del resto... com'è che dice il filosofo? Ah sì: Non fare oggi quello che puoi fare domani!