I bestiari medievali
Lo zoo dell'immaginario
1 aprile 2007
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Giulia Grassi
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Tra l'XI e il XIII secolo nell'Occidente medievale c'è stata una grande produzione di un particolare tipo di libri, i Bestiari. Si tratta di opere contenenti la descrizione di animali (bestie) sia reali sia fantastici, le cui caratteristiche erano interpretate in modo simbolico o allegorico.
L'origine dei Bestiari medievali, però, è molto antica. In un testo greco scritto ad Alessandria d'Egitto intorno al II secolo d.C., il Physiologus, vengono già descritti animali e piante (reali e immaginari) e alcune pietre. L'idea di base è che dietro ad ogni aspetto della realtà concreta si nasconde un significato metafisico, invisibile: saper interpretare il mondo visibile permette perciò di risalire al significato profondo delle cose, nascosto dietro l'apparenza materiale, alla loro essenza. Si tratta di una percezione simbolica della realtà.
La pantera è avvicinata simbolicamente a Cristo.È descritta come un animale mite, che con il suo alito profumato attira tutti gli altri animali, tranne il drago e il serpente, che fuggono infastiditi.Dopo aver mangiato, dorme per tre giorni nella sua tana. Al risveglio ruggisce, e l'alito profumato fa accorrere gli animali.Come la pantera, Cristo si risveglia al terzo giorno, attira con la sua dolcezza ("il buon odore di Cristo") ogni creatura ed è nemico del drago e del serpente, simboli del demonio.
Questo testo greco è stato tradotto in molte lingue, tra cui il latino. Nella versione latina - di cui il più antico manoscritto conservato risale all'VIII secolo - ci sono molte differenze rispetto all'originale greco: alcuni animali sono eliminati, ma in compenso il testo è ampliato con una serie di informazioni prese dalle Etymologiae di Isidoro di Siviglia († 636), una specie di enciclopedia in cui l'autore spiega il significato delle cose partendo dal loro nomi (il XII libro era dedicato agli animali, ed utilizzava tra le sue fonti anche Plinio, Varrone, Virgilio, Ovidio).
Questo Physiologus latino (detto versio BIs) è alla base dei bestiari medievali, che sono quindi opere non di carattere scientifico bensì religioso, piene di simbolismo mistico.
Nei bestiari, come nel Physiologus, non si fa differenza tra animali reali e animali fantastici: si credeva che questi ultimi esistessero veramente, naturalmente in luoghi inaccessibili, situati ai confini del mondo. Creature come
grifoni (testa di aquila, corpo di leone ma con le ali, coda di serpente), centauri (metà uomo e metà cavallo)
unicorni (cavallo con un corno in mezzo alla fronte)
ippogrifi (incrocio tra grifone e cavallo)
sirene
vengono quindi descritti, interpretati allegoricamente, e rappresentati nelle miniature che decoravano i manoscritti accanto a leoni, galli e cani.
La sirena ha una storia complessa e molto antica. Nel mondo greco e romano è un essere metà donna e metà uccello che suona uno strumento musicale: il suo canto, capace di incantare persino il vento, seduce l'uomo, portandolo alla morte (se non è furbo come Ulisse!). Nel Medioevo accanto alla donna-uccello appare la donna-pesce: entrambe simboleggiano la lussuria, il potere tentatore della natura femminile, che per questo è strumento di Satana. Ma alla fine del Medioevo appaiono anche le Ondine, le sensuali creature marine che tutti conosciamo, affascinanti ma sempre pericolose per l'uomo: la povera Sirenetta, infatti, per farsi amare dovrà rinunciare alla sua splendida coda (e sappiamo tutti come è andata a finire...)
Nel XIII secolo, infine, appare un nuovo tipo di Bestiari: in essi gli animali non vengono più interpretati in chiave religiosa ma profana. Le caratteristiche degli animali sono viste come metafore erotiche, di cui si servono i poeti dell'amor cortese per descrivere l'amore del cavaliere per la sua dama.
Il prototipo di questo nuovo filone è il Bestiaire d'amour di Richart de Fournival, della metà del XIII secolo. In questo poemetto l'autore narra l’amore non corrisposto, e quindi infelice, per una dama piena di virtù e fa delle associazioni (più di quaranta) fra i comportamenti amorosi e gli animali (reali e immaginari).
Ad esempio, paragona l'amore di una donna al lupo:
"... Perché il lupo ha molte altre nature per le quali la somiglianza diventa ancora più grande. Una delle sue nature è che ha il collo così rigido da non poterlo piegare senza girarsi con tutto il corpo. La seconda natura è che non catturerà mai preda se non lontano dalla propria tana. E la terza è che quando entra in un ovile più silenziosamente che può, se gli capita di spezzare sotto la zampa un ramoscello provocando rumore, si vendica della sua stessa zampa e le dà un morso dolorosissimo.
Tutte e tre queste nature si ritrovano nell'amore di una donna. Infatti essa non può darsi se non tutta intera: ciò è conforme alla prima natura. Conformemente alla seconda, se accade che essa ami un uomo, quando sarà lontano da lei lo amerà intensamente e quando le sarà vicino dissimulerà il suo amore. E in conformità alla terza natura, se essa si lascia sfuggire parole tali per cui l'uomo si accorga del suo amore, allo stesso modo in cui il lupo si vendica della sua zampa con la propria bocca, essa sa nascondere e mascherare benissimo con molte parole il fatto di essersi spinta troppo oltre. Infatti essa ha gran voglia di sapere degli altri ciò che non vuole si sappia di lei, e sa stare perfettamente in guardia nei confronti di un uomo dal quale pensa di essere amata."
Bestiaire d'amour di Richart de Fournival, pubblico dominio
Per chi vuole saperne di più: Immaginario medievale