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I (terribili?) anni Settanta

Un decennio da ricordare

23 novembre 2008

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Roberto Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

Il 1968 era passato da poco e la società italiana stava cambiando velocemente: in particolare sulla scena politica e sociale era arrivata una nuova figura, il mondo giovanile.

Lo Stato, un po' vecchio e conservatore, borghese e perbenista, sotto la spinta di questi nuovi movimenti giovanili comincia una stagione di riforme.

Prima di tutto la scuola: quella elementare viene completamente rivoluzionata (e diventa una delle migliori d'Europa, con l'introduzione per esempio del tempo pieno); scuole medie e superiori diventano meno selettive; le "classi differenziali" per bambini con disabilità sono abolite e nasce l'insegnante di sostegno (1977); l'università diventa di massa e per la prima volta anche i figli dei non-ricchi possono arrivare alla laurea.

Grande influenza su tutto questo l'ha avuta il libro di Don Milani "Lettera a una professoressa". Il libro di un prete cattolico, non di un rivoluzionario estremista!


Don Lorenzo Milani insieme ai suoi studenti di Barbiana, fotografia di Oliviero Toscani, 1959, Wikipedia, pubblico dominio

Con una legge del 1975 si diventa maggiorenni a 18 anni e non più a 21; l'inglese sostituisce il francese come seconda lingua studiata a scuola e i giovani cominciano a viaggiare (prima con l'autostop, poi in treno e infine anche in aereo) e a conoscere "l'estero".

Grandi cambiamenti riguardano i diritti civili delle persone: fra il 1970 e il 1974 anche in Italia è introdotto il divorzio, prima vietato (anzi, prima di quell'anno era possibile divorziare solo attraverso l'annullamento del matrimonio autorizzato dalla Sacra Rota, cioè dal Vaticano); dal 1978 anche l'aborto non è più un crimine e si può fare negli ospedali (prima avveniva solo clandestinamente, praticato da "mammane" incompetenti che spesso causavano la morte delle donne che chiedevano di abortire). Il divorzio e l'aborto, due conquiste degli Anni Settanta realizzate attraverso due famosi referendum popolari, portano anche all'abolizione del delitto d'onore, definitivamente abrogato con una legge del 1981.


Carla Lonzi, attivista, saggista, critica d'arte ed editrice italiana, teorica dell’autocoscienza e del femminismo radicale. Wikipedia, pubblico dominio

Con il femminismo si diffonde anche una nuova idea del ruolo della donna: cambia il diritto di famiglia (la moglie conquista gli stessi diritti del marito) e per la prima volta, nel 1979, una donna diventa Presidente della Camera dei Deputati, Nilde Jotti.

Cambia addirittura la considerazione dei "diversi" nel mondo della psichiatria: con la legge 180, chiamata "legge Basaglia" i manicomi, che erano praticamente dei lager con licenza di tortura, vengono definitivamente chiusi (1978).

Cambia radicalmente il diritto del lavoro con l'accettazione da parte dello Stato dello Statuto dei Lavoratori (1970), una serie di norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento.

Ma gli anni Settanta non sono solo anni di conquiste civili. Anche la creatività e l'impresa hanno un forte impulso.

Se guardiamo a uno dei settori più importanti dell'economia italiana, la moda, scopriamo che proprio in quel periodo nascono le prime collezioni di Roberto Cavalli (1970), Laura Biagiotti (1972), Armani e Rocco Barocco (1974), Versace (1975), E emergono negli stessi anni firme come Gianfranco Ferrè e Dolce e Gabbana. Non male per uno Stato che si dice in crisi!


Fotogramma del film Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Elio Petri 1970. Wikipedia pubblico dominio

E non parliamo del cinema, altro punto forte della produzione italiana: fra il 1970 e il 1980 escono film di Vittorio de Sica (Il giardino dei Finzi Contini), di Luchino Visconti (La caduta degli dei, Morte a Venezia, Ludwig, Gruppo di famiglia in un interno, L’innocente), di Elio Petri (La classe operaia va in Paradiso, La proprietà non è più un furto, Toto Modo, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto), dei Fratelli Taviani (Allonsanfan, Padre padrone), di Pierpaolo Pasolini (Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle Mille e una Notte, Salò); di Federico Fellini (I Clowns, Roma, Amarcord, Casanova) e di altri grandi registi come Ettore Scola, Sergio Leone, Francesco Rosi, Mario Monicelli, Gigi Magni; e nasce la giovane promessa del cinema italiano Nanni Moretti (Io sono un autarchico, Ecce Bombo). Anche questo non male per un solo decennio di cultura.

Sempre negli Anni Settanta nascono le radio private e soprattutto le televisioni private: con un grande impulso non solo allo spettacolo ma anche all'industria pubblicitaria italiana, che diventa così fortissima.

Fra i nuovi giornali degli Anni Settanta bisogna poi ricordare la nascita di La Repubblica che è oggi il secondo giornale italiano per importanza. E poi Lotta Continua (1969-1982), giornale comunista noto anche perché molti dei giornalisti aderenti a quella linea estremista ancora oggi sono personaggi pubblici di rilievo politico (Marco Boato, Paolo Cento, Enrico Deaglio, Gad Lerner, Luigi Manconi, Lidia Ravera, Adriano Sofri), e, cosa buffissima, spesso passati nel campo ideologico totalmente avverso (Giuliano Ferrara, Paolo Liguori, Carlo Rossella, Carlo Panella, Toni Capuozzo, Giampiero Mughini).



Insomma, i terribili Anni Settanta non sono poi forse stati così terribili. E se è vero che il terrorismo politico ha sporcato di sangue quel periodo, viene da domandarsi: non ci sarà un rapporto tra questa positiva spinta al rinnovamento e quell'esplosione di violenza che voleva paralizzare l'Italia?

Infatti la vita politica di quegli anni, dopo la bomba terroristica che in una banca di Milano uccide 18 persone, cambia completamente. Cominciano gli "anni di piombo".

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