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Inclusivi e non sessisti

Asterisco, schwa, -i non marcata e Costituzione Italiana

1 luglio 2024

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Roberto Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

La lingua "inclusiva" e non sessista è quella che rispetta, anche formalmente, l'uguaglianza di trattamento dei maschi, delle femmine e delle persone che non si riconoscono nel binarismo.


L'Ermafrodito dormiente, copia romana in marmo del II sec d.C. da originale ellenistico del II sec a.C., Wikipedia pubblico dominio.

Naturalmente, nelle vita di tutti i giorni, ognuno fa un po' come vuole: i più convinti sostenitori della lingua inclusiva scriveranno "tutt* l* student*" oppure "tuttə lə studentə".

I più moderati preferiranno scrivere "tutti gli studenti e tutte le studentesse".

La maggior parte delle persone, per ora, scrive certamente "tutti gli studenti" con la convinzione che quel plurale con vocale -i non marcata includa genericamente tutti, a prescindere dal loro genere.

In realtà poi ognuno di noi si esprime anche in base a chi dovrà leggere il suo testo. Personalmente per esempio, trovo normale dire (e scrivere) "Ciao a tutti". Ma se scrivo a chi fa parte di determinati "ambienti culturali" (per esempio a giovani universitari stranieri) o se mi rivolgo a un pubblico che non conosco e che non mi conosce preferisco sicuramente scrivere "Ciao a tutti e a tutte". Invece se mando un whatsappino familiare a mio figlio è anche possibile che io scriva scherzosamente un "Ciao a tutt*" per sottolineare in modo molto ironico che il mio "ciao" è rivolto in modo particolare alla moglie e alle sue due figlie (come per dire: non dimenticare di salutarmi tutte le donne della tua famiglia!). Così per gioco.

Una cosa però è certa: per il presente mi regolo a seconda delle circostanze, ma per il passato, cioè guardando testi scritti fino a qualche anno fa, non sto certo a calcolare se siano sessisti e ancor meno se vadano cambiati.

Se volessi applicare il criterio dell'inclusività, per esempio, alla Costituzione Italiana del 1947... be', si salverebbero davvero pochi articoli!

Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.

Oggi il testo dell'articolo 2 sarebbe considerato politicamente scorrettissimo. Dovremmo dire almeno:

Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili della persona, sia individualmente, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.


Più difficile, ma molto più difficile, sarebbe invece ritoccare l'articolo 92:

Art. 92. Il Governo della Repubblica è composto dal Presidente del Consiglio e dai ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri.


Infatti suonerebbe lunghissimo e perfino ridicolo scrivere:

Art. 92. Il Governo della Repubblica è composto dal o dalla Presidente del Consiglio e dai ministri e dalle ministre, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri o delle ministre. Il Presidente o la Presidente della Repubblica nomina il Presidente o la Presidente del Consiglio dei ministri o delle ministre e, su proposta di questo o di questa, i ministri e le ministre. Naturalmente questo ritocco sarebbe pesante e, dal punto di vista della leggibilità, insopportabile.

Quindi, se si rifiuta l'uso di asterisco e schwa (Il Governo della Repubblica è composto dallə Presidente del Consiglio e dallə ministrə, che costituiscono insieme il Consiglio dellə ministrə. Presidente della Repubblica nomina Presidente del Consiglio dellə ministrə e, su proposta di questə, lə ministrə) allora dovremo fare un grosso sforzo per riformulare il testo.

Solo come esempio:

Art. 92. Il Governo della Repubblica è composto da chi è titolare della Presidenza del Consiglio e dalle persone responsabili dei singoli Ministeri, che costituiscono insieme l'Organo Esecutivo. Chi è titolare della Presidenza della Repubblica nomina la persona che sarà Presidente dell'esecutivo e, su sua proposta, i ministri e le ministre.

Questa formulazione, certamente non bella, anzi bruttina, è tuttavia, probabilmente, un po' più scorrevole delle due precedenti.


Il Capo dello Stato, Enrico de Nicola, firma la Costituzione italiana a Palazzo Giustiniani il 27 dicembre 1947. Al suo fianco, da sinistra a destra, Alcide de Gasperi, presidente del Consiglio, Francesco Cosentino, funzionario, Giuseppe Grassi, guardasigilli, e Umberto Terracini, presidente della Costituente

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