La particella pronominale CI
Una particella ricca di significati
12 novembre 2023
da a1 a b2
Roberto Tartaglione
No
USI DELLA PARTICELLA PRONOMINALE "CI"
La particella pronominale CI ha molti valori e molti sinificati
1. PRONOME DIRETTO
lui ci guarda ( = lui guarda noi)
voi ci conoscete ( = voi conoscete noi)
2. PRONOME INDIRETTO
lui ci telefona ( = lui telefona a noi)
voi ci piacete ( = voi piacete a noi)
3. PRONOME RIFLESSIVO
noi ci vestiamo
noi ci arrabbiamo
4. PRONOME RIFLESSIVO RECIPROCO
noi ci salutiamo
noi ci baciamo
5. PRONOME LOCATIVO
Mi piace Roma: ci vado domani ( = vado a Roma)
Casa mia è comoda e ci sto benissimo ( = sto benissimo a casa)
Il caffè mi piace amaro: non ci metto lo zucchero ( = metto lo zucchero nel caffè)
6. PRONOME "OBLIQUO"
Sostituisce parole introdotte da preposizione A, SU, CON in particolare con determinati verbi:
credo A QUESTO - ci credo
penso molto A QUESTO= ci penso
non faccio caso A QUESTO - non ci faccio caso
provo A FARE QUESTO - ci provo
conto SU QUESTO (conto SU DI TE) - ci conto
scommetto SU QUESTO - ci scommetto
non capisco niente SU QUESTO - non ci capisco niente
non posso fare niente SU QUESTO - non posso farci niente
io non parlo CON LUI - non ci parlo
Non gioco più CON LEI - non ci gioco più
Stasera esco CON LORO - stasera ci esco
7, PRONOME IN FORME IMPERSONALI CON VERBO RIFLESSIVO (nesso CI SI)
La mattina ci si lava
Ci si abitua a tutto
8. IN VERBI PRONOMINALI COME:
avercela
cascarci
entrarci
farcela
metterci
mettercisi
rimetterci
sentirci
starci
vederci
volerci
esserci
averci
LA PARTICELLA "CI" NEI PRONOMI COMBINATI
1. CI + pronomi diretti
CE LO porto
CE LI metto
2. CI + pronomi indiretti (non frequente, quasi esclusivamente col verbo "volerci")
MI CI vuole un bicchiere d'acqua
GLI CI vuole una fidanzata
3. CI + verbo riflessivo
MI CI abituo
TI CI abitui
CI SI abitua
___
VI CI abituate
CI SI abituano
4. CI nelle forme impersonali di verbo riflessivo
(in quel locale) CI SI diverte molto
(in quella chiesa) CI SI sposano molte coppie
5. CI + NE
Il vino è finito o CE N'È ancora un po'? (= ce ne è)
A Roma (di musei) CE NE sono moltissimi
NOTA: PENSO A LUI > CI PENSO
Agli stranieri che studiano italiano suona (giustamente) strano:
io rispondo a lui > io gli rispondo
io penso a lui > io ci penso (e non io *gli penso)
Perché mai questa differenza?
Il discorso può essere complicato e perfino un po' "filosofico". Infatti il problema è che "a lui" dopo il verbo rispondere è sostanzialmente diverso da "a lui" dopo il verbo pensare.
Nel caso di rispondere (o anche dire, telefonare, scrivere, piacere ecc.) la forma "a lui" è quello che in grammatica si chiama "complemento di termine" o in altre parole un vero "dativo". Dopo il verbo pensare invece quella forma "a lui" è (quasi) un complemento di luogo. Per aiutarvi a capire questa strana cosa vi diremo che "pensare" viene dal latino "pendere" cioè "essere inclinato, deviare dalla linea diritta per andare in una determinata direzione". Con questa etimologia si spiega forse meglio il significato di pensare che prende il significato di "andare con la mente in una determinata direzione". Per questo motivo la forma io penso a lui > io ci penso in qualche modo significa io penso alla persona e a tutto il "luogo" che riguarda questa persona, un luogo non fisico o geografico ma figurato.
Penso spesso a questo problema > ci penso spesso
Pensavo a tuo fratello proprio l'altro giorno > ci pensavo proprio l'altro giorno
La moglie è andata via tre anni fa ma lui pensa ancora a lei > La moglie è andata via tre anni fa ma lui ci pensa ancora
Per complicare il problema aggiungiamo che il verbo pensare può anche essere usato in modo transitivo: si può infatti dire non solo io penso a una persona, ma anche io penso una persona. Se usiamo la preposizione "a" il pronome "ci" è certamente il più probabile: io penso a questa cosa > io CI penso. Se usiamo pensare come transitivo allora resta possibile l'uso di un pronome diretto: io penso questa cosa > io LA penso.
Troppo complicato? Sì, è vero, lo ammettiamo.
Quindi vi diamo pure una soluzione facile facile: con il verbo pensare il pronome più frequente e più opportuno da usare è CI. Gi altri come lo, li, la, le come ne (che significa di questo e non a questo) sono decisamente pochi. Con questa certezza gli errori saranno pochissimi!