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La rivoluzione non russa

I titoli del "Manifesto"

26 ottobre 2008

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Roberto Tartaglione

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I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.


(aggiornato marzo 2025)



Non trovate fantastico e geniale questo titolo del Manifesto del 4 novembre 2023?

No, non è facile per uno straniero capire il mare di riferimenti che ci sono in questo titolo e pure un italiano ci deve pensare un po'.

Bisogna perciò sapere che:

• Giorgia Meloni è la Presidente del Consiglio. Di estrema destra, viene spesso accusata di non aver mai abbandonato del tutto la vecchia simpatia per il fascismo.

• I fascisti che dopo la caduta del fascismo avevano aderito alla Repubblica di Salò, fondata da Mussolini in nord-Italia con la protezione di Hitler, si chiamano "repubblichini".

• Come Presidente del Consiglio propone alcuni sostanziali cambiamenti alla Costituzione per fondare la "Terza Repubblica" (dopo la prima nata nel dopoguerra e dopo la seconda, in realtà mai nata, dopo il crollo dei vecchi partiti nel 1992).

• "Repubblichina", secondo il sistema dei diminutivi italiani, significa anche "repubblica piccola" non tanto in senso di estensione geografica quanto nel senso della qualità.


Insomma: il titolo "Terza repubblichina" significa contemporaneamente:

• Terza repubblica ma piccola piccola, senza grandi visioni

• Terza "repubblichina" fascista (Giorgia Meloni) che guida il Governo

• Terza "piccola repubblica" fascista (l'Italia)


Si parla spesso di "settimanalizzazione del quotidiano". Questa espressione significa che il giornale quotidiano oggi non è più il "primo" mezzo di informazione dei cittadini: le notizie ci arrivano prima attraverso internet, attraverso la radio, e soprattutto (anche oggi!) attraverso la televisione. Per questo assume sempre di più le caratteristiche del giornale settimanale: si specializza nel commento piuttosto che nella vera e propria ricerca di informazioni.

In questa progressiva "settimanalizzazione" anche i titoli tendono a essere meno informativi e più impressivi per fare colpo sul lettore, su modello degli slogan pubblicitari, quasi a voler raggiungere lo stesso effetto.

Lo stile di molti titoli è infatti proprio quello pubblicitario: si manipola una "frase-fatta", un proverbio o un modo di dire per ottenere un risultato di doppio senso di grande efficacia.

Questo tipo di titolature, che una volta era caratteristico del settimanale "l'Espresso", è oggi quasi un marchio che contraddistingue la prima pagina del giornale Il Manifesto.

Si tratta di titoli che se per gli italiani (abbastanza colti) sono così fortemente impressivi, per gli stranieri possono essere assolutamente incomprensibili, visto che si richiamano sempre al bagaglio culturale proprio dei nativi.


Vediamone alcuni molto speciali del 2025.



Basta Spinelli

Giorgia Meloni ha attaccato il Manifesto di Ventotene dove si enunciano i principi di base dell’Europa Unita. Il Manifesto di Ventotene è stato scritto nel 1941 da un gruppo di antifascisti tenuti al confino nell’Isola di Ventotene e fra loro Altiero Spinelli.

“Spinello” in italiano è anche la parola che si usa per indicare “la canna”, cioè una sigaretta di hashish o di marijuana.

Basta Spinelli funziona per Giorgia Meloni in entrambi i suoi sensi.



Sergio leone

Gioco di parole abbastanza facile. Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana, ha spesso posizioni da leone. E Sergio Leone è il grande regista italiano famoso per i suoi western e per “C’era una volta in America”



Usa e getta

Si dice per le cose che si usano una volta sola, come bicchieri di plastica, guanti monouso, rasoi da barba eccetera. Ma USA sono anche gli Stati Uniti d’America che con il Presidente ucraino Zelensky si sono comportati nel 2025… in modo particolare.



Non riattaccare Trump tratta con Putin per la pace in Ucraina. Famosa la telefonata fra i due.

Quando si è al telefono e uno vuol chiudere la telefonata può riattaccare, ma ri-attaccare si può anche dire di chi, in guerra, attacca di nuovo.


Ma da sempre i titoli del Manifesto fanno notizia: come dimenticare il titolo di quando è stato eletto papa Benedetto XVI? "Pastore Tedesco".

Il pastore tedesco è un cane, un cane da guardia, non cattivo ma certamente aggressivo. Papa Ratzinger è tedesco e, come ecclesiastico è un pastore di anime.



Infine, non si tratta di un titolo, ma bisogna dire che la trovata linguistica migliore del Manifesto è forse stata quella pubblicitaria: anni fa, per pubblicizzare il giornale, sui muri, negli autobus, lungo le strade e su varie riviste è comparsa la scritta, vicino all'immagine di un bambino che dorme, "La rivoluzione non russa".

Per un giornale comunista è davvero una bella trovata.

Guardate l'immagine qui sotto: riuscite a capire il gioco di parole?



Ah, va detto che lo slogan è stato creato da Sandro Baldoni, scrittore e regista, giornalista del Manifesto e dell'Espresso, collaboratore di giornali satirici come Cuore e il Male.

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