top of page

Lezioni di mafia

Brevissima storia della mafia

25 maggio 2003

b1

Roberto Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

(rifacimento novembre 2023)


Diamo qui qualche rapida, ma essenziale, informazione sulla nascita e sullo sviluppo della mafia in Italia. Per chi è interessato alla questione suggeriamo però i 12 video di Aldo Grasso "Lezioni di mafia" su Rai Cultura: https://www.raicultura.it/speciali/lezionidimafia


 

Sull'origine della mafia ci sono molte leggende, alcune davvero fantasiose altre possibili ma non provate. Certamente la mafia che conosciamo noi oggi è conseguenza di un tipo di banditismo dell'Ottocento: i grandi proprietari terrieri si rivolgevano a bande violente e criminali per difendere i propri interessi e prendere soldi dai contadini. Progressivamente queste bande da una parte sono diventate più autonome, dall’altra si sono organizzate a base familiare e hanno cominciato a costituire non tanto un anti-stato quanto una specie di stato nello stato, con le sue regole e il suo codice d'onore. Un sistema che a fine Ottocento viene esportato dagli immigrati italiani anche negli Stati Uniti.

Nel 1860, quando Garibaldi conquista il Sud Italia borbonico, non di rado chiede aiuto ai mafiosi dell'epoca per garantirsi il governo e la stabilità delle aree conquistate.

Foto sopra: Lucky Luciano arrestato nel 1936 negli Stati Uniti - Foto sotto: Lucky Luciano rilasciato in cambio della collaborazione con gli americani, in un momento di relax all'Hotel Excelsior di Roma nel 1948. Wikipedia, pubblico dominio

Quando nel 1943 gli americani liberano il Sud Italia dal nazifascismo portano con sé un famoso mafioso italio-americano (Lucky Luciano) che li aiuterà sia a prendere contatti con i potenti del posto, sia a governare le terre liberate grazie all’aiuto di numerosi boss locali: un po' come aveva fatto Garibaldi quasi un secolo prima.

La mafia quindi, dopo la guerra, si afferma come forza illegale ma sempre in stretta relazione col potere centrale (spesso anche con i servizi segreti), sempre fermamente anticomunista e sempre tendenzialmente filogovernativa. E se in determinati momenti il "livello militare" della mafia è stato duramente colpito dallo Stato, il "livello politico", quello delle relazioni stato-mafia, è rimasto sempre più nascosto.


Peppino Impastato (bambino) con il padre durante una festa patronale di Cinisi negli anni 1950. Al centro, con gli occhiali, il boss Tano Badalamenti. Wikipedia, pubblico dominio

Fino agli anni Sessanta del Novecento Cosa Nostra è una forza fondamentalmente "agricola". Dagli anni Settanta (dopo sanguinose guerre fra famiglie che si concludono con la vittoria della famiglia dei Corleonesi) quanto più si afferma come forza urbana tanto più si specializza in questioni economicamente molto più interessanti (da un lato appalti edilizi, dall’altro commercio di droga, da un altro ancora riciclaggio e più recentemente anche smaltimento rifiuti tossici).

La struttura organizzativa della mafia è messa in luce in particolare verso la fine degli anni Ottanta dal magistrato Giovanni Falcone che con la collaborazione di un famoso mafioso, Giovanni Buscetta, non solo scopre l'impianto organizzativo dell'associazione criminale, ma fa anche arrestare centinaia e centinaia di mafiosi e di uomini d'onore.


L'aula del Maxiprocesso di Palermo (1986-1987), istruito dai giudici Falcone e Borsellino contro 475 mafiosi (gli avvocati difensori erano 200!) condannati a un totale di 2.665 anni di reclusione. Wikipedia, pubblico dominio

Con l'arresto di tanti mafiosi e con l'arresto di uno dei più sanguinari capimafia del secolo, Totò Riina, catturato nel 1993, la mafia sembra scendere in letargo: ma, come dice qualche magistrato esperto, bisogna stare attenti quando la mafia spara  si vede: significa solo che sta lavorando senza essere vista.

 

bottom of page