Piazza dell'Esquilino
Dalla serie: 13 piazze di Roma
18 marzo 2007
b2
Giulia Grassi
No
(aggiornato settembre 2023)
Santa Maria Maggiore, opera propria
Il Cispius è una delle tre alture (con Oppio e Fagutal) del colle Esquilino: la storia di questo luogo è perciò molto antica, e complessa (vedi: La Stazione Termini - viaggio nel tempo). Su questa cima si trova la basilica di Santa Maria Maggiore, rappresentata nella pianta del Tempesta, che riproduce l'area nel 1593. Ci appare irriconoscibile, se la paragoniamo alla situazione odierna: al posto dei palazzoni ottocenteschi e delle automobili che intasano le strade ci sono ampi giardini, chiese, casali di campagna e ville. A sinistra c'è Villa Peretti-Montalto, con i suoi splendidi giardini (sostituiti dalla Stazione Termini e dalla parte iniziale di via Cavour). In basso, al centro, la piccola chiesa di Santa Pudenziana, che si affacciava sull'antico vicus patricius (che oggi si chiama via Urbana, in onore di Urbano VIII Barberini). Al centro, isolato in un grande spiazzo - l'odierna Piazza Esquilino -, c'è l'obelisco fatto innalzare da Sisto V Peretti.
Antonio Tempesta, Pianta di Roma, 1593
E poi la Basilica di Santa Maggiore, vista non di fronte ma dalla parte posteriore. Nel 1593 era molto diversa. Mancano l'abside e la scalinata, opera di Carlo Rainaldi (1669-1675). La cupola a sinistra è quella della Cappella Sistina (di Sisto V..., non c'è mica solo la "sistina" del Vaticano!), e quindi manca la gemella Cappella Paolina (di Paolo V Borghese), costruita a partire dal 1605. Mancano, naturalmente, anche le fiancate monumentali, che verranno realizzate tra 1605 e 1743. La facciata, che non vediamo, è ancora quella della chiesa paleocristiana, perché l'attuale sarà realizzata da Ferdinando Fuga dopo il 1745. Infine, non intravediamo nemmeno la Colonna di fronte alla basilica, perché vi sarà collocata solo all'epoca di Paolo V.
La Basilica, una delle quattro basiliche patriarcali di Roma, ha quindi subìto numerose trasformazioni. Le sue origini risalgono a Sisto III, che l'ha fatta costruire dopo il Concilio di Efeso del 431 (nei mosaici dell'arco trionfale, all'interno, la Madonna è infatti celebrata come Theotokos, Madre di Dio, come stabilito appunto in quel concilio). È un edificio maestoso, a tre navate, con colonnati di spoglio (provenienti cioè da un edificio antico) e mosaici anche sulle pareti della navata centrale; è chiaramente ispirato alla solennità delle grandi basiliche civili romane (come la Basilica Ulpia nel Foro di Traiano).
Santa Maria Maggiore è stata costruita vicino al Macellum Liviae, un grande mercato di epoca augustea forse situato tra questa e la non lontana chiesa di San Vito; ed ha sostituito un precedente edificio (i cui resti sono stati rinvenuti al di sotto di essa). Qui, in epoca romana c'erano infatti molte domus aristocratiche: i loro splendidi pavimenti di marmi policromi sono poco al di sotto dell'asfalto moderno e ogni tanto riemergono.
G.G. VAN LINT, Veduta della piazza dell'Esquilino, seconda metà XVIII - Condizioni d'uso: Beni Culturali Standard (BCS)
Per saperne di più
• A. ROCA DE AMICIS, La Suburra e la connessione tra l'abitato e Santa Maria Maggiore negli anni della grande crescita, in Roma nel primo Seicento: una città moderna nella veduta di Matthäus Greuter, a cura di A. Roca De Amicis, Roma 2018, pp. 253-262
• A. SEIDEL, The Peretti Montalto Collection of Sixteenth and Seventeenth Century Sculptures: Bernini, Giambologna, and Beyond, «Romisches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana», 43 (2017/ 2018), pp. 181-211 (con bibliografia precedente)
• Basilica di Santa Maria Maggiore: fede e spazio sacro, coord. M. Galletti, dir. ed. F. De Paulis, A. Masconi, Genova 2010
• P. LIVERANI, Osservazioni sulla domus sotto S. Maria Maggiore a Roma e sulla sua relazione con la basilica, «Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts, Römische Abteilung», 11 (2010), pp. 459-467
• S.T.A.M. MOLS, E.M. MOORMANN, L' edificio romano sotto S. Maria Maggiore a Roma e le sue pitture: proposta per una nuova lettura, «Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts, Römische Abteilung», 11 (2010), pp. 469-506
• M. CULATTI, Villa Montalto Negroni: fortuna iconografica di un luogo perduto di Roma, Venezia 2009 (con bibliografia precedente)
• A. ROCA DE AMICIS, L'area della Basilica di Santa Maria Maggiore all’epoca di Paolo V Borghese: canonici, privati e strategie di riqualificazione urbana, in Patrimoni e trasformazioni urbane, II Congresso AISU/Associazione Italiana di Storia Urbana (Roma 24-26 giugno 2004), «Città e Storia» (2006), pp. 79-91
• Via Cavour, una strada della nuova Roma, a cura di G. Cuccia, Roma 2003
• K. WELCH, G.DE SPIRITO, s.v. Subura, in Lexicon Topographicum Urbis Romae, IV / P-S, a cura di E.M. STEINBY, Roma 1999, pp. 379-385
Foto della mappa di Tempesta: dalla mappa su “Portale cartografico” Città metropolitana di Roma Capitale. Non ci sono indicazioni di copyright sulle immagini, né la dicitura ‘tutti i diritti riservati’ (https://geoportale.cittametropolitanaroma.it/sites/default/files/cartografia-storica/1667218334/26.jpg)