Processo per stupro
Video con trascrizione dell'audio
17 febbraio 2008
c1
Roberto Tartaglione
No
(aggiornato novembre 2023)
Una ragazza era stata violentata dal suo compagno e da altre tre persone. Ma invece che nascondere il fatto (come spesso succedeva in quel periodo) o di accettare un risarcimento economico, ha denunciato i quattro stupratori ed è stata difesa da un avvocato donna e supportata da un’associazione femminista.
Il processo agli stupratori è stato filmato e il documentario "Processo per stupro" è andato in onda sulla televisione italiana il 26 aprile del 1979 e replicato pochi mesi dopo raggiungendo nove milioni di telespettatori: il pubblico e scioccato. L'arringa difensiva degli avvocati degli stupratori trasforma la ragazza violentata in imputato e gli argomenti usati per colpirla sono addirittura selvaggi.
Inseriamo qui il video con parti delle arringhe in difesa dei ragazzi e sotto la trascrizione.
"E che dice oggi la gentile avvocatessa Lagostena (1)?: la presenza delle donne condizionerà gli avvocati. Può talvolta condizionare gli avvocati nelle loro brutali espressioni perché a priori noi siamo brutali, anzi commettiamo qui (perché io segno tutto) come ha detto stamattina delle violenze psichiche, delle violenze verbali … eh, delle violenze verbali… io parlo in latino per alludere agli organi sessuali, la signorina dice non so, noi non siamo fiche, non siamo qua… bah, qui si stanno rovesciando i termini. Qua ci violentano, signori, se non stiamo attenti! [ride] (2)!!!
Signori: una violenza carnale con fellatio può essere interrotta… con un morsetto. Passa immediatamente la voglia a chiunque, di continuare. E l’atto quindi mal si coniuga con l’ipotesi della violenza, anzi è incompatibile con l’ipotesi della violenza.
Tutti e quattro avrebbero incautamente abbandonato nella bocca della loro vittima il membro, parte che, per antonomasia, viene definita delicata, dell’uomo. E su cui, mi si consenta,… il coito orale si compie con una prestazione che è tecnicamente qualificata. E che esprime una serie di atti voluti. Perché non c’è attività tecnica se non c’è volontà. Eh sì, mi posso abbandonare, ma io lì non mi abbandono, sono io attiva: sono io che posseggo! Ecco: il possesso è stato esercitato dalla ragazza sui maschi! Dalla femmina sui maschi! E’ lei che prende, è lei la parte attiva, sono loro i passivi! Inermi, abbandonati, nelle fauci avide di costei!
Ma la signorina che cosa pratica con il Vallone (3), di cui è, era l’amante, l’amica amorosa, e fu in quella occasione l’amante e l’amica amorosa: si fa praticare il cunnilinctus! E il suo amico amoroso, che si inginocchia davanti a lei, e la bacia, su quella che il divino Gabriele (4) (il suo illustre corregionale signor Presidente) chiama “la seconda e più trepida bocca”, da cui sugge il piacere di lei.
Quindi: che cosa è il cunnilinctus? È più che l’amore, è l’adorazione sessuale. E tende al piacere della femmina. E chi la pratica, il violentatore? È il violentatore che si inchina, bacia, adora? Ecco l’incompatibilità fisiologica, sessuale. È l’amante che può fare questi gesti! Una volta una signora, interrogata su questo punto disse: è un grande atto di omaggio! Che implica confidenza anche nella purezza fisiologica della persona.
Bene: il Vallone comincia con un cunnilinctus lungo, penetrante, suggestivo e suadente. Quindi il rapporto, fra tutti, non ha inizio con uno schiaffo, ha inizio col più penetrante atto d’amore, dell’uomo per la donna! Con un atto in cui c’è sessualità, adorazione e anche rispetto! Sì, anche rispetto! Anche rispetto.
Tutto ciò è incompatibile con la violenza carnale! Che cos’è la violenza carnale? E’ il contrario della sessualità: la violenza è nient’altro che una voglia insana e demoniaca di calpestare il proprio simile, un altro essere umano… umiliare, mortificare. E non c’è quasi mai desiderio, non c’è quasi mai piacere!
Poi noi abbiamo fatto il processo del Circeo (5) che abbiamo riferito: e che abbiamo scoperto… eh, lì c’è una violenza sessuale chiarissima eh? Io sono un difensore, l’ho ammesso allora e lo riammetto adesso: c’era l’impotenza signor giudice! C’era l’impotenza dei violentatori!
(6) Io non adopero le parole che ha adoperato la collega nei confronti dei miei assistiti: sono degli sventurati anche loro, come è una sventurata la tua cliente.
Sono tutti e cinque il prodotto dei tempi che noi abbiamo voluto. Sono il frutto di quel giardino che abbiamo coltivato! E non ci facciamo illusioni! Quindi signor Presidente, costoro, dopo una carcerazione preventiva sofferta effettivamente, si sono fatte parti diligenti; e non è una mazzetta come dici tu cara collega che ti ho tanto stimata, hai fatto una bellissima perorazione, con molta vasellina… era vasellineggiante la tua requisitoria (7).
Vedete, signor Presidente, la collega è stata brava: lo ripeto: però ha fatto dei rilanci, con profonda intelligenza, con preparazione giuridica, e vi ha detto in principio, perché in principio mi è sembrato di ascoltare uno di quei tanti comizi, andava fatto, via ha detto noi vogliamo giustizia… la violenza… … La violenza purtroppo c’è sempre stata!
La violenza la subiscono gli uomini e la subiscono le donne: è di pochi giorni la notizia di un uomo che è stato violentato a Napoli da due donne. Dopo che l’hanno drogato. Dovremmo insorgere? Dovremmo insorgere? E sapete con che violenza è stato lui violentato (scusate il bisticcio)? Lo hanno portato nella bella pineta di Caserta, lo hanno drogato, lo hanno trovato esanime, con il membro sempre in una certa posizione, con il membro sempre eretto. Eh, erano due allupate!
Hanno voluto questo! Purtroppo il mondo è così, è bello perché è vario. E quindi non facciamo, non cominciamo col dire… le violenze le subiscono tutti!
Non le subiamo noi? Non le subiamo anche da parte delle nostre mogli? E come, non le subiamo?
Io oggi per andare fuori ho dovuto portare due testi con me, l’avvocato Mazzuca e l’avvocato Sarandrea, testimoni che andavo a pranzo con loro, se no non uscivo di casa!
Non è una violenza psichica quella? Eppure mia moglie mica mi mena (8). È vero che siete testimoni? Siete testi?
E allora signor Presidente che cosa abbiamo voluto, cosa avete voluto? La parità di diritti? Avete cominciato a scimmiottare l’uomo! Voi portavate la veste: perché avete voluto mettere i pantaloni?
Avevate cominciato con il dire “avevamo parità di diritto”. Avevate cominciato con il dire “perché io alle nove di sera devo stare a casa, mentre mio marito, il mio fidanzato, mio fratello, mio nonno, il mio bisnonno vanno in giro?”. Vi siete messe voi in questa situazione! Non l’abbiamo chiesto noi questo!
E allora purtroppo ognuno raccoglie i frutti che ha seminato!
Se questa ragazza si fosse stata a casa, l’avessero tenuta presso il caminetto, non si sarebbe verificato niente!
Eh no signore, è una realtà questa!
È una realtà che non può essere obliterata!
A me fa tanta pena, è una sventurata, è una vittima dei nostri tempi!
[l giudice dice di parlare dei fatti]
… e non ha parlato di femminismo, signor Presidente? E allora dobbiamo ammainare (9) pure questo adesso? Quindi la violenza la subiamo noi!
NOTE
1) L’avvocato Tina Lagostena Bassi è il difensore della ragazza violentata
2) L’avvocato difensore degli stupratori ride del fatto che le donne parlano “come gli uomini” mentre lui, per non usare parole volgari, usa il latino
3) Il Vallone è uno degli stupratori, l’ex fidanzato o amante della violentata
4) Il “divino Gabriele” è il poeta Gabriele d’Annunzio (1863-1938): una citazione del più “erotico” dei poeti italiani!
5) Il processo del Circeo è un celebre processo tenuto un anno prima contro tre criminali che hanno brutalizzato e violentato due ragazze, uccidendone una
6) Quest’altro avvocato, difensore di uno dei violentatori, controbatte alle tesi femministe dell’avvocato Tina Lagostena Bassi con delle teorie estremamente suggestive
7) La vasellina è una crema. Un discorso vasellineggiante è un discorso che tende a rendere indolore o meno grave un atto o una situazione
8) Mi mena = mi picchia (in dialetto)
9) Ammainare si usa per le vele di una nave o per una bandiera: significa abbassare. E in un discorso “sessuale” e nell’espressione “ammainare pure questo” assume un forte doppio senso
Il documentario
Processo per stupro ha partecipato a molti festival del cinema, incluso il Festival di Berlino e ottenuto una nomination nella terna finale dell'International Emmy Award; se ne conserva oggi una copia negli archivi del MOMA di New York.
Il tribunale ha condannato Rocco Vallone, Cesare Novelli e Claudio Vagnoni ad un anno e otto mesi di reclusione, mentre Roberto Palumbo a due anni e quattro mesi. Tutti e quattro gli imputati hanno ottenuto la libertà condizionale e e sono stati quindi immediatamente rilasciati. Il risarcimento dei danni è stato di due milioni di lire.