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Le ripetizioni di parole: un caffè caffè

Dove vai vai, ripetizioni e reduplicazioni

30 giugno 2024

da a2 a c2

Roberto Tartaglione

No

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

Caso n. 1

Un'amica mi dice:

- Scusa, devo andare.

Rispondo:

- Ma devi o devi devi?

Lei è francese e rimane un momento perplessa: nella sua lingua questa frase non ha senso.


Caso n. 2

Una vecchio spot pubblicitario di una cioccolata ne esaltava la qualità dicendo che era buonissima perché fatta con latte latte prodotto da mucche mucche.

Caso n. 3

A scuola mi informano che è arrivato un nuovo studente che vorrebbe frequentare un corso di italiano. Chiedo:

- Già parla italiano? Di che livello è?

Mi rispondono:

- Si tratta di un beginner.

Chiedo ancora:

- Ma beginner o beginner beginner?


Riflettendo sulla frequenza con cui in italiano è possibile ripetere due volte la stessa parola per darle un senso o una sfumatura particolare, elenchiamo alcuni casi di ripetizione. Alcuni sono ben noti e illustrati in tutte le grammatiche, altri più tipici dell'espressione orale, e un po' meno documentati, sono comunque sempre fortemente espressivi per ogni italiano madrelingua.


1 Valore superlativo: ripetizione di aggettivo per intensificarne l'espressività

Si sa che in italiano il valore superlativo assoluto di un aggettivo si rende con il suffisso -issimo:

  • bello > bellissimo

  • importante > importantissimo

  • freddo > freddissimo

Il suffisso -issimo in italiano è così espressivo che può essere usato "in via eccezionale" anche per esaltare il valore di un sostantivo. Abbiamo infatti generalissimo, veglionissimo di Capodanno, Canzonissima, campionissimo ecc. E possiamo anche dire che un nostro amico è sposatissimo.

Tuttavia il superlativo assoluto in italiano si può rendere anche in altri modi:

a) usando prima dell'aggettivo un avverbio "intensificatore" come molto, assai, estremamente, incredibilmente ecc.

  • molto bello, assai antico, estremamente sensibile, incredibilmente studioso

b) con un prefisso tipo stra-, ultra-, super-, iper-, extra- ecc.

  • strafamoso, ultrafine, supersimpatico, ipersensibile, extralarge

c) affiancando l'aggettivo con altri termini che ne intensificano l'espressività spesso in espressioni standardizzate

  • stanco morto, nuovo di zecca, pieno zeppo ecc.

d) un ultimo modo per fare il superlativo è quello di ripetere due volte l'aggettivo:

  • stanco stanco / stanchissimo

  • alto alto / altissimo

  • bianco bianco / bianchissimo

Sarebbe però un errore credere che questi modi per fare il superlativo si equivalgano perfettamente. Non scriveremmo mai seriamente che Dante Alighieri è un poeta superimportante, e nemmeno che Leopardi era pessimista pessimista.

In particolare la ripetizione dell'aggettivo (grande grande, bello bello ecc.) si usa quando non solo vogliamo esaltare al massimo grado il significato dell'aggettivo stesso, ma quando vogliamo anche in qualche modo garantire personalmente sull'autenticità di questa "esaltazione".

In pratica se dico:

  • quella macchina è bellissima

sto facendo una dichiarazione che vuole essere obiettiva, sto descrivendo un dato di fatto che bisogna riconoscere. Potrei perfino non essere personalmente del tutto d'accordo con questa affermazione (quella macchina è bellissima ma a me piacciono macchine più piccole) ma la frase illustra comunque una realtà.

Se invece dico che

  • quella macchina è bella bella

allora voglio dire non solo che quella macchina è bellissima, ma è VERAMENTE bellissima, che sono direttamente e personalmente coinvolto in questa valutazione. La ripetizione insomma implica un valore di AUTENTICITÀ garantita personalmente da chi parla.

Proprio per questo coinvolgimento diretto, perfino sentimentale, del parlante il doppio aggettivo si usa specialmente nella lingua orale, quando cioè è più frequente la necessità di partecipare personalmente (e sentimentalmente) a un determinato giudizio:

  • Lui è una persona onesta onesta (onestissima, certo, ma veramente onestissima, lo ha dimostrato in molte occasioni, posso scommettere sulla sua onestà)

  • ll mio amico è ricco ricco (veramente ricco, non solo benestante, io lo so con certezza)

  • Vado a casa perché sono stanco stanco (se dico stanchissimo sembra solo un modo per sganciarmi dal gruppo, ma sono sul serio stanco, non potrei farcela a stare qui ancora, credetemi!)


2. Valore di autenticità: ripetizione non solo di aggettivi

La ripetizione di un aggettivo abbiamo visto che conferisce all'aggettivo stesso un valore superlativo ma anche un valore di "autenticità".

Questo valore di "autenticità" è espresso anche dalla ripetizione di due parole che non sono necessariamente aggettivi, ma anche nomi (perfino nomi propri!), verbi o avverbi.

Vediamo qualche caso.

Se un amico americano dice che mi offre un caffè gli domando:

- Parli di un caffè o di un caffè caffè?

Insomma: c'è caffè e caffè. C'è il caffè americano (che per me non è un caffè anche se si chiama così) e poi c'è l'espresso (quello è un vero caffè, un caffè caffè).

Se una persona mi dice:

- Devo andare via

posso chiederle:

- Ma devi o devi devi?

Significa che il verbo dovere, nella pratica, può avere sfumature diverse. Scomodando Kant possiamo dire che esprime un imperativo categorico (un dovere assoluto e imprescindibile) o un dovere "ipotetico", condizionato in qualche modo dalla situazione. Insomma, se devi devi andare via (imperativo categorico) ok, non ti trattengo. Ma se semplicemente devi... troviamo un modo per stare ancora un po' insieme.

Un tipo mi dice che è di Roma. Gli chiedo:

- Ma sei di Roma o di Roma Roma?

Insomma, c'è Roma e Roma: può dire che è di Roma anche uno che abita a Ostia, ma Roma Roma (quella vera secondo me!) è dentro le mura aureliane! Insomma, dimmi esattamente di dove sei.

Ieri ho affrontato bene una situazione difficile. Commento il fatto dicendo:

- Sono contento. Ieri sono tornato a essere il Roberto Roberto di sempre!

Certo, ognuno di noi ha un carattere con vari aspetti. E ultimamente ho mostrato sempre il lato più incerto di me. Un Roberto che non mi piace. Ma ieri sono tornato a essere Roberto Roberto, il vero Roberto, quello che mi piace di più!

Da un articolo sul giornale che parla di vendite immobiliari:

- Noi vendiamo case case, non monolocali!

Una casa casa è una "vera casa", una casa ricca di spazi... come una volta!


Italo Calvino nel romanzo Le città invisibili scrive:

- Sotto di sé, le strade delle città invisibili si dispongono a rete, si sovrappongono, si annodano, si sviluppano su più piani: sono strade strade.

Chiaro no? Sono vere strade!

Lui romanticamente dice:

- Ti amerò per sempre!

Lei ironicamente risponde:

- Ma sempre... o sempre sempre?

Effettivamente ci sono vari modi di interpretare la parola "sempre", specialmente parlando d'amore.

Ormai non riesco più a dormire bene come quando ero giovane.

- Ho dimenticato che vuol dire dormire dormire!

C'è modo e modo di dormire: riuscire a dormire 12 ore, serenamente e senza svegliarsi mai... quello è dormire dormire!

Anche per la parola "appena" abbiamo una doppia percezione, una per "appena" e una per "appena appena".

- Ero appena arrivato che mi ha telefonato Maria (ero arrivato da poco, ma un poco non chiaro, dieci minuti o forse poche ore).

- Ero appena appena arrivato che mi ha telefonato Maria (ero arrivato proprio in quel momento, ero ancora sulla porta di casa!).


L'amico mi dice:

- Poi ti telefono!

- Poi quando?, gli chiedo

- Poi poi!, dice lui


3. Forme standardizzate con parole ripetute
  • appena appena - proprio in quel momento


  • così così - né bene né male

  • il fuggi fuggi - un fuggire confuso e disordinato di tanta gente

  • gatton gattoni - muoversi strisciando sulle mani e sulle ginocchia

  • il lecca lecca - dolciume per bambini, caramella da leccare e sostenuta da un bastoncino

  • lemme lemme (non esiste lemme) - piano piano, con troppa calma

  • il magna magna - situazione in cui tutti rubano e sono corrotti (mangiano)

  • (essere) lì lì (per) - essere sul punto di

  • mogio mogio - avvilito, abbacchiato, prostrato, senza forza di reagire


  • papale papale - apertamente, chiaramente, palesemente

  • piano piano - molto lentamente

  • il pigia pigia - il pressarsi a vicenda in una folla

  • poco poco - un po'

  • quasi quasi - per poco, a momenti

  • terra terra - di basso livello

  • zitto zitto - senza farsi notare


4. Ripetizione di forme verbali con valore indefinito

La ripetizione del verbo all'indicativo può permettere di esprimere lo stesso senso di frasi introdotte da indefiniti:

  • A Roma dove vai vai trovi sempre un monumento antico (dovunque tu vada)

  • Chi sei sei non mi interessa. Queste regole valgono per tutti, anche per te (chiunque tu sia)


  • Mi interessa il risultato. Come fai fai per me va bene (comunque tu faccia)

  • Quello che dici dici, non ho intenzione di perdonarti (qualunque cosa tu dica)

  • Quello che hai fatto hai fatto. Ormai è così (qualunque cosa tu abbia fatto ormai è così)

  • Chi viene viene, la porta è aperta (chiunque venga)

  • Il lavoro deve essere finito per venerdì. Come è è (comunque sia, comunque sia venuto)


5. Altri casi di ripetizione

Non esauriamo in questa pagina la rassegna dei casi in cui in italiano la ripetizione della stessa parola assume un valore importante nell'espressività di una frase.

Rimandiamo alla nota grammaticale sull'imperativo per i casi in cui la ripetizione del verbo esprime una ripetizione, una continuità, o anche la durata di un'azione (cammina cammina, bevi oggi bevi domani ecc.) e alla formulazione di frasi concessive per i casi in cui la ripetizione del verbo esprime una "concessione provocatoria" (Parla parla! Vedrai come pagherai per le cose che stai dicendo!).

Ci sono poi ripetizioni (dette reduplicazioni) in cui la parola o la locuzione ripetuta non è del tutto identica al "modello" oppure in cui la ripetizione include un'intera locuzione:

  • a poco a poco - progressivamente, un po' alla volta

  • bel bello - tranquillamente, senza scomporsi, piano

  • ben bene - davvero bene, con cura

  • detto e ridetto - ripetuto moltissime volte

  • fritto e rifritto - non originale, già detto fino alla nausea

  • gira e rigira - alla fine, tutto sommato

  • or ora - proprio ora

  • pian pianino - piano piano

  • vecchio e stravecchio - molto vecchio e superato


Infine consigliamo cautela a interpretare ripetizioni inserite in un discorso fatto in dialetto dove possono avere un valore del tutto imprevedibile. Solo come esempio basti pensare che in un dialetto del sud la ripetizione di una parola può indicare un "moto per luogo":

  • casa casa = per tutta casa

  • strada strada = lungo la strada

  • riva riva = lungo la riva


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