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Romolo e... Romoletta

La nascita di Roma

10 dicembre 2000

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Giulia Grassi

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(aggiornato ottobre 2023)


La storia secondo la tradizione

Secondo il racconto degli storici romani (Tito Livio, Dionisio d'Alicarnasso, Plutarco, Varrone) Roma è stata fondata nel 753 a.C. (metà dell'VIII secolo) da Romolo, sul colle Palatino.

Romolo e il suo gemello Remo erano figli del dio Marte e della vestale (sacerdotessa della dea Vesta) Rhea Silvia, figlia di re Numitore di Albalonga, privato del potere dal fratello Amulio;

tutti discendevano da Silvio, che per alcuni storici latini era il figlio dell’eroe troiano Enea e della italica Lavinia, mentre per altri era il nipote del troiano, figlio del suo primogenito Ascanio.

 Il dio Marte aveva posseduto con la forza Rhea Silvia in un bosco sacro dove lei era andata a prendere dell'acqua; con la forza, perché Rhea Silvia era una vestale e aveva l'obbligo di rimanere vergine.

Alla nascita dei gemelli re Amulio ordinò di ucciderli, ma i servi ebbero pietà dei bambini, li misero in una cesta e li abbandonarono alla corrente del fiume Tevere. Il fiume in piena trascinò la cesta fino a una grotta collocata alla base del Palatino, detta Lupercale perché sacra a Marte e a Fauno Luperco.

Qui i gemelli furono allattati da una lupa e poi allevati dal pastore Faustolo e da sua moglie, Acca Larenzia, nella loro capanna sulla sommità del Palatino, nella zona del colle chiamata Cermalo (o Germano, che significa "gemello").

Dopo un'adolescenza libera, e un po' selvaggia, una volta diventati grandi e venuti a conoscenza delle loro origini, i gemelli andarono ad Albalonga, uccisero re Amulio e rimisero sul trono il nonno Numitore.

Numitore diede loro il permesso di fondare una città, e subito i due cominciarono a litigare sul luogo dove costruirla: Romolo preferiva il Palatino, Remo l'Aventino. Alla fine Romolo ebbe la meglio e scelse il Palatino dove costruì le mura della città: Roma. Remo però scavalcò le mura con lo scopo di annullarne l'inviolabilità. E sulle mura Romolo l'uccise.

Questo racconto è sempre stato considerato una favola, inventata fra il IV e il III secolo a.C. Non solo, per molti critici la città di Roma si era formata soltanto centocinquanta anni più tardi, all'epoca dei re Tarquini (VI secolo a.C.) Gli scavi archeologici realizzati alla base sudoccidentale del Palatino da Andrea Carandini, allora professore di Archeologia Classica all'Università La Sapienza di Roma, permettono di rivedere questa posizione della critica moderna. C’è da dire che l’ambiente degli storici si è diviso sui risultati di questi scavi e sull’interpretazione proposta da Carandini, con delle vere e proprie battaglie accademiche, anche verbalmente molto “intense”. Quella che segue, quindi, è la “versione di Carandini”, che ci pare convincente. E che abbiamo visto illustrata, per la prima volta nel 2000, in una suggestiva mostra alle Terme di Diocleziano: Roma. Romolo, Remo e la fondazione della città.



La storia secondo l'archeologia

Carandini ha riportato alla luce prima delle case aristocratiche ad atrio, bellissime, dell'epoca dei Tarquini (del 530 a.C.). E poi le mura fortificate del Palatino: la fase iniziale di queste mura, costruite con grandi schegge di tufo e rinvenute per un tratto di 40 metri, è datata tra 750 e 725 a.C. Queste mura vennero distrutte all'epoca del re Servio Tullio (circa 579-544 a.C.), che circondò tutti e sette i colli con altre fortificazioni, le Mura Serviane. La zona venne allora utilizzata per una serie di tombe.

L'aspetto veramente affascinante di questa scoperta è che la data delle mura fortificate corrisponde a quella che gli antichi storici romani indicavano per la fondazione di Roma ad opera di Romolo, il 753 a. C.

L'archeologia e la storia ci dicono insomma la stessa cosa: che intorno alla metà dell'VIII secolo a.C. "qualcuno" ha circondato il colle Palatino con delle mura che prima non esistevano.


Perché circondare di mura un colle?

Perché sulla sommità del Palatino esisteva un villaggio protourbano già dall'inizio dell'età del ferro (tra IX e metà dell'VIII secolo a.C.), e questo è provato dal ritrovamento delle fondazioni di quattro capanne.

Le tracce lasciate da quella meglio conservata hanno permesso di ricostruirne l'aspetto: misurava 4,90x3,60 m e presentava sette fori lungo il perimetro ed uno al centro; i fori corrispondevano ai pali che sostenevano l'alzato. La porta era preceduta da un piccolo portico. Il tetto era di paglia e a spiovente; le pareti erano fatte di canne ricoperte d'argilla. Al centro della capanna c'era un focolare.

Era un villaggio molto esteso, ampio 250 ettari, ma non era una entità statale, gerarchizzata e sottoposta a un potere unico. Tra 750 e 650 a.C. si verifica un cambiamento importante: dove prima c'era una grande capanna ovale vengono costruite due capanne, una delle quali formata da due stanze. Un cambiamento che è contemporaneo alla costruzione delle mura; le due capanne si possono forse interpretare come un tempio ed una reggia.



Chi ha costruito le mura fortificate, il tempio e la reggia?

Si tratta evidentemente di un personaggio particolarmente autorevole, un re forse, che ha imposto il suo potere assoluto, trasformando il precedente villaggio protourbano in uno stato, organizzato e gerarchizzato. Un re che i romani chiamavano Romolo.

Come si vede, dati archeologici e fonti scritte coincidono: le scoperte confermano la fondazione di Roma descritta da Livio, Dionisio di Alicarnasso e Plutarco.

Ciò non significa affermare che Romolo sia veramente esistito e che tutte le vicende che lo riguardano – che era il figlio del dio Marte, che è stato allattato da una lupa, che ha ucciso il fratello – siano realmente accadute. Significa solo che gli storici romani hanno rivestito con il mito un fatto realmente accaduto, cioè la creazione di una città fortificata ad opera di un re, sul Palatino, laddove in precedenza c'era solo un villaggio di capanne non organizzato. Il mito di Romolo è dunque un prodotto storico.


Il colpo di scena

Ma forse non tutti sanno che Romolo ha avuto anche una sorella, morta a soli quattro anni e chiamata Romoletta. È inutile correre a leggere Tito Livio o Varrone o Plutarco: non c'è traccia di questa bambina!

Eppure la sua tomba è stata ritrovata il 17 aprile 1999 sul Campidoglio, in una necropoli datata tra 900 e 720 a.C.: Romoletta era parzialmente mummificata, deposta su un "letto" di cocci di ceramica e con vicino alcuni animaletti, forse i suoi cuccioli più amati.

Perché questo silenzio degli storici antichi?

Naturalmente stiamo scherzando! Ma su cose molto serie. Dall'ottobre 1998 al 2000 sono stati realizzati degli scavi archeologici nell'area del Giardino Romano, un cortile rinascimentale destinato ad essere trasformato in spazio espositivo dei Musei Capitolini, sul Campidoglio. Gli scavi avevano lo scopo di verificare la presenza di resti antichi.

E i risultati di queste indagini sono stati sorprendenti, quasi incredibili. Non solo è stata ritrovata la tomba di Romoletta (vissuta però un po’ prima di Romolo, tra 900 e 830 a.C.) Ma anche una serie di reperti interessanti, e molto antichi, al punto che gli archeologi parlano di una Roma prima di Roma, perché i ritrovamenti testimoniano l’esistenza di un villaggio sul Campidoglio in un’epoca precedente alla fondazione di Roma sul Palatino, un villaggio più antico di circa sei secoli (età del Bronzo recente).


La tomba numero 4 (di ‘Romoletta’) nella sistemazione ai Musei Capitolini (opera propria)

E se ancora una volta avessero ragione gli storici romani antichi? Loro che hanno raccontato della presenza di genti straniere (Greci, Troiani, Pelasgi) sul Palatino e sul Campidoglio all'epoca della guerra di Troia (siamo tra fine del XIII e inizi del XII secolo a.C.), sono stati sempre accusati di raccontare leggende.

È proprio vero che non bisogna mai smettere di credere alle favole!


 

Per saperne di più

Fondazione di Roma (selezione, un po’ arbitraria, in una bibliografia molto vasta)

• M. LENTANO, Romolo, la leggenda del fondatore, Roma 2021

• P. CARAFA, Le origini di Roma 60 anni dopo, «Archeologia Classica», Vol. 72 (2021), pp. 77-102

• Santuario di Vesta, Pendice del Palatino e via Sacra. Scavi 1985-2016, a cura di A. Carandini,

P. Carafa, M.T. D’Alessio, D. Filippi, I (Testi) – II (Tavole), Roma 2017

• P. CARAFA, Le origini di Roma: dati archeologici, ricostruzione storica e la città dell’VIII secolo a.C., «Archeologia Classica», Vol. 65 (2014), pp. 291-330

• C. AMPOLO, Il problema delle origini di Roma rivisitato: concordismo, ipertradizionalismo acritico, contesti. I, «Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Classe di Lettere e Filosofia», Serie 5, Vol. 5, No. 1 (2013), pp. 217-284, 441-447

• A. CARANDINI, P. CARAFA, M.T. D’ALESSIO, La leggenda di Roma. Risposta alle osservazioni di A. Fraschetti, «Archeologia Classica», Vol. 59 (2008), pp. 447-454

• A. FRASCHETTI, Alcune osservazioni a proposito di un recente volume sulla leggenda di Roma, «Archeologia Classica», Vol. 58 (2007), pp. 317-335

• Roma. Romolo, Remo e la fondazione della città, catalogo della mostra, Roma, Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano (28 giugno – 29 ottobre 2000), a cura di A. Carandini, R. Cappelli, Roma 2000

Le tombe sul Campidoglio

• A. DE SANTIS, L’archeologia come strumento di ricostruzione storica: la protostoria, in Rome, archéologie et histoire urbaine: trente ans après L'Urbs (1987), sous la direction de C. Courrier, J.P. Guilhembet, N. Laubry, Roma 2022 (École française de Rome), pp.237-271, passim (https://books.openedition.org/efr/30640)

• F. LUGLI, F. MICARELLI, S. BRINCATT, Le tombe dell'età del Ferro e l'attività metallurgica dall'età del Ferro al periodo arcaico, in Primi risultati dalle indagini archeologiche in Campidoglio nell'area del Giardino Romano e del Palazzo Caffarelli, Giornata di studio presso l'Istituto Archeologico Germanico di Roma (3 maggio 2001), «Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma», Vol. 102 (2001), pp. 307-324

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