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La sindrome di Pizia: onorevoli stupefatti

Sniffate mitiche

15 ottobre 2006

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Giulia Grassi

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

(aggiornato ottobre 2023)


Nell'anno 2006 i conduttori di una famosa trasmissione televisiva (Le Iene) hanno sottoposto alcuni parlamentari, a loro insaputa, a un test per vedere se avevano fatto uso di droghe nell'ultima settimana. Il risultato è stato sorprendente. O forse no: uno su tre è risultato positivo al test.

Dopo questa "scoperta" è stato facile fare ironie: "Ecco perché il Parlamento ha fatto quella legge demenziale!", "Ecco perché quel Ministro ha fatto quella dichiarazione senza senso!", "Ecco perché quel deputato a Carnevale si è vestito come un generale nazista!".

Insomma, la droga spiegherebbe molte cose. Ma Giulia Grassi non è d'accordo.


Lo confesso: sono tra i pochi italiani che credono nell’innocenza dei nostri parlamentari. Ma quale hashish! Ma quale cocaina!

Sono certa che i nostri politici, con tutto quello che hanno da fare (risanare i conti pubblici, sconfiggere mafia, camorra e ‘ndrangheta, impedire che i laureati più brillanti scappino all’estero ecc ecc), non hanno nemmeno il tempo per respirare; figuriamoci se ne hanno per farsi una canna o tirare una pista di coca! Secondo me, sono vittime di circostanze avverse. Si sono drogati, probabilmente, ma senza volerlo! La chiamerei “la sindrome della Pizia”.

Pizia era la sacerdotessa che, nel Tempio di Apollo a Delfi, dava oracoli in nome del dio. Viveva in una caverna sotterranea (adyton) sotto il tempio e dava le sue risposte in uno stato di trance provocato da vapori di odore dolciastro, che inalava da una fenditura nella roccia (Plutarco).


John Collier, Priestess of Delphi, 1891 (Wikipedia, Pubblico dominio)

Funzionava così: un sacerdote consegnava alla Pizia la domanda, lei rispondeva in stato ipnotico, la sua risposta veniva trascritta da un altro sacerdote e comunicata a chi aveva fatto la domanda. Spesso le risposte erano ambigue e fumose (è il caso di dirlo...), sempre da interpretare (ma secondo alcune, poche, fonti antiche dava risposte chiare e articolate).

Nonostante questo per secoli e secoli re, imperatori e potenti di ogni luogo si sono messi in fila per andare dalla "sibilla" e conoscere da lei la propria sorte, il proprio futuro.

Tutto questo fino al 394 d.C., quando il pio imperatore Teodosio I ha dato l’ordine di chiudere il santuario: non c’era più posto per gli antichi dei nell’impero romano ormai cristianizzato, non c'era più spazio per queste usanze da pagani.

Ebbene, lo studio delle relazioni fra geologia e mito si è intensificato proprio dagli inizi di questo Millennio. In particolare, per quello che riguarda Delfi e i “vapori” di cui parla Plutarco, sono importanti le ipotesi di Luigi Piccardi, del Consiglio Nazionale delle Ricerche: secondo lo scienziato

“La possibilità che un terremoto crei qui [Delfi] una voragine nella terra esalante gas solforosi (H2S, l’odore della putrefazione) e anidride carbonica (CO2, l’ebbrezza della profetessa) appare quindi del tutto verosimile in questo scenario sismotettonico” (Piccardi, 2009, p. 5).

Altri studiosi parlano di etilene. Questi gas, nell’ambiente povero di ossigeno della piccola grotta, stordivano la sacerdotessa, provocandole uno stato di allucinazione e facendole pronunciare parole senza senso. L’ipotesi è stata contestata, ma la questione è ancora aperta (Nannipieri, 2013, pp. 120-146).


Hale, Zeilinga de Boer, Chanton, Spiller, L’Oracolo di Delfi: tra mito e realtà, «Le Scienze», 421 (settembre 2003), pp. 68-75, fig. a p. 73

Questa scoperta è fondamentale anche per restituire l’onore ai nostri parlamentari: sicuramente nel terreno su cui sorge il maestoso Palazzo di Montecitorio c’è qualche gas inebriante, che filtra dagli antichi muri e che gli onorevoli sniffano a loro insaputa, mentre sono impegnati a votare o discutono dei destini dell’Italia e del mondo.

Oppure... Vuoi vedere che gli unici storditi dalle esalazioni siamo noi che li abbiamo votati?


 

Per saperne di più

• M. MAZZA, L’autorità della legge e la cristianizzazione dell’impero: qualche (breve) considerazione sul libro XVI del Teodosiano, in Governare e riformare l’impero al momento della sua divisione: Oriente, Occidente, Illirico, Publications de l’École française de Rome, 2015. Disponibile su Internet (https://books.openedition.org/efr/2828?lang=it)

• C. PISANO, La voce della Pizia: tra mito, rito e antropologia, in Prestare la voce, Atti del Convegno di Siena (21-22 febbraio 2014), a cura di M. Bettini, L. Spina, «I Quaderni del Ramo d’oro on-line» 6 (2013/2014), pp. 8-20 (http://www.qro.unisi.it/frontend/sites/default/files/Pisano_La_voce_della_Pizia.pdf)

• M. NANNIPIERI, Il funzionamento dell’Oracolo di Delfi. Studi geologici e anestesiologici, Università di Pisa, Tesi di Laurea Magistrale in Archeologia, AA 2012-2013, in partic. il capitolo “Le moderne ricerche” (pp. 120-146) (https://core.ac.uk/download/pdf/19203723.pdf)

• G. SEMERARO, Ricerche nel Santuario di Apollo, in Hierapolis di Frigia V, Le attività delle campagne di scavo e restauro 2004-2006, a cura di F. D'Andria, M.P. Caggia, T. Ismaelli, Istanbul 2012, pp. 293-324.

• S. SANCHIRICO, La Pizia di Delfi. Metodi oracolari e rituali catartici di contatto, in Dalla nascita alla morte: antropologia e archeologia a confronto, Incontro di studi in onore di Claude Lévi-Strauss, Atti del Convegno Internazionale (Roma, Museo Preistorico-Etnografico “Luigi Pigorini”, 21-5-2010), a cura di V. Nizzo, Roma 2011, pp. 629-645

• L. PICCARDI, Geositi moderni e antichi santuari, «Geologia & Turismo», 2 (maggio 2009), pp. 1-7 (con bibliografia)

• R. LIZZI TESTA, La politica religiosa di Teodosio I. Miti storiografici e realtà storica, «Rendiconti Lincei. Scienze morali, storiche e filologiche», IX /7, fasc. 2 (1996), p. 323-361

• F. DÜRRENMATT, La morte della Pizia, Milano 1988


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