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Vittoria di Pirro

Un modo di dire sempre efficace

21 aprile 2002

a1-a2

G. Grassi - R, Tartaglione

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.

(aggiornato dicembre 2023)


L'espressione "vittoria di Pirro" vuol dire raggiungere uno scopo pagando un prezzo così alto che la vittoria diventa inutile.

Tutto nasce da un fatto storico.

Pirro era il re dell'Epiro (la moderna Albania). Uomo ambizioso, diceva di discendere dall'eroe greco Achille ed era soprannominato "l'Aquila".



Busto di Pirro di epoca romana, dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Wikipedia, pubblico dominio

Nel 280 a.C. la città di Taranto ha chiesto aiuto a Pirro nella guerra contro Roma, una guerra che era cominciata due anni prima. Il trentottenne re dell'Epiro aveva accettato.

Era arrivato in Sud Italia con 30.000 soldati e 30 elefanti e il suo esercito si era accampato a Eraclea, sul golfo di Taranto, nella regione che oggi si chiama Basilicata.



Ad Eraclea c'era stata la prima grande battaglia fra le legioni romane e l'esercito epirota. Una battaglia violentissima e sanguinosissima.

Pirro aveva soldati molto coraggiosi, ma soprattutto ha spaventato i romani con un'arma "segreta": gli elefanti. I romani non avevano mai visto questi enormi animali e inizialmente erano terrorizzati.


Soldati romani contro gli elefanti, Wikipedia, pubblico dominio

Sugli elefanti c'era una torretta con soldati che potevano colpire dall'alto i loro avversari; inoltre, con la loro grandezza fisica gli animali disorientavano i romani.


Particolare del piatto risalente al III secolo a.C. rinvenuto nella Tomba 233 (IV) della necropoli delle Macchie. Il piatto è stato probabilmente creato in occasione del trionfo di Curio Dentato su Pirro, re dell'Epiro, Pirro, nel 275 a.C. e raffigura un elefante da guerra seguito da un elefantino. Wikipedia, pubblico dominio

Insomma: I romani erano stati sconfitti e avevano perso circa 15.000 uomini. Ma Pirro aveva dovuto contare la morte di ben 13.000 suoi soldati. E mentre i romani avevano la possibilità di chiamare altre legioni in aiuto, Pirro non poteva sostituire facilmente i suoi caduti in battaglia.



La vittoria aveva avuto perciò un prezzo altissimo: si dice infatti che Pirro, dopo la battaglia, invece di festeggiare, era preoccupatissimo e aveva detto "un'altra vittoria così e sono finito!".

E un'altra "vittoria" così è arrivata qualche tempo dopo nella battaglia di Ascoli: ancora una volta i romani erano stati sconfitti, ma l'esercito di Pirro aveva avuto così tante perdite che il re ha deciso di tornare in Epiro dove è morto qualche anno dopo, nel 273 a.C. Una morte stupida per un grande guerriero: una donna di Argo gli ha tirato in testa una tegola che lo ha tramortito e ha dato la possibilità a un suo nemico di ucciderlo con la spada!



Taranto, dopo la morte di Pirro, si era arresa spontaneamente, e Roma ha completato l'occupazione di tutta l'Italia meridionale (Magna Grecia).

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